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Filippo Turetta, l'avviso del neuropsichiatra sulla perizia: cosa è necessario

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Un quadro della testa di Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Il dottor Silvio Frazzingaro, neuropsichiatra dell’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda, ha parlato al Messaggero dei possibili sviluppi sulla tenuta mentale del 21enne, un fattore decisivo nel futuro processo: “Per la perizia psichiatrica di Filippo Turetta sarà necessario visitare più volte il paziente con test psicodiagnostici. L’ossessività e gli improvvisi scatti di ira, se presi singolarmente, non sono sintomi tali da poter configurare un disturbo di personalità. Tratti ossessivi o facile irascibilità sono comuni a personalità che possiamo considerare ‘normali’. Per quanto riguarda il ‘narcisismo patologico’, la moderna classificazione dei disturbi mentali individua nel ‘disturbo narcisistico di personalità’ le caratteristiche e i criteri che lo contraddistinguono. In particolare, sono presenti in queste persone sentimenti di grandezza e mancanza di empatia, convinzione di avere particolari diritti, richieste di continua attenzione e ammirazione, invidia e tendenza allo sfruttamento interpersonale, solo per citare alcune caratteristiche di queste personalità patologiche. Si tratta di gruppi di disturbi psichiatrici molto variegati e complessi. Per diagnosticarli è necessario che sia presente una storia di difficoltà che si evidenzino, persistano e compromettano il funzionamento nei contesti sociale, lavorativo, interpersonale e relazionale”.

 

 

“Non è semplice – avvisa il neuropsichiatra - fare diagnosi di disturbo di personalità e innanzitutto è necessario che la valutazione dell’individuo avvenga a lungo termine. È necessario visitare più volte il paziente che spesso giudica le caratteristiche della sua personalità accettabili, la cosiddetta egosintonia. Inoltre, bisogna saper distinguere quando il narcisismo è una caratteristica della personalità di un individuo, un tratto, da quelle situazioni in cui la stessa condizione assume progressivamente un valore dominante e diventa patologia. A mio avviso non bisogna sempre colpevolizzare eccessivamente la famiglia che, in fondo, rappresenta uno spaccato della attuale società. Una società instabile, senza punti di riferimento validi, individualista, in cui la frustrazione e l’insuccesso sono difficili da tollerare”. “Non è sempre così facile cogliere i segnali di un disagio presente in un componente di un nucleo”, la frase finale di Frazzingaro nell’intervento al quotidiano.

 

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