Filippo Turetta, la mossa degli avvocati che lascia basiti: si punta al maxi-sconto di pena
Nel contesto del processo contro Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin, gli avvocati del giovane si preparano a difendere una tesi sorprendente: l'omicidio preterintenzionale. Questo reato, con una pena da 10 a 18 anni, offre una prospettiva legalmente meno gravosa rispetto all'accusa di omicidio volontario, che potrebbe portare all'ergastolo in presenza di aggravanti. La vittima, Giulia, è stata colpita da 25-30 coltellate, con quella all'arteria basilare del collo risultante fatale. Le indagini, scrive il Messaggero, stanno cercando di determinare il momento esatto in cui Turetta ha inflitto la coltellata mortale, con il giovane che sostiene di averlo fatto mentre inseguiva la ragazza. Le telecamere della zona industriale di Fossò hanno registrato questo tragico inseguimento alle 23.40 del 11 novembre.
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Gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera potrebbero cercare di dimostrare che l'azione di Turetta è stata un omicidio preterintenzionale, affermando che il giovane voleva solo bloccare la vittima e che le conseguenze mortali sono andate oltre le sue intenzioni. Tuttavia, il giudice ha chiaramente indicato che la "volontà" dell'omicidio è "palese" data la "modalità dell'aggressione" ripetuta. Il piano omicida sembra essere iniziato 25 minuti prima, durante una violenta discussione nel parcheggio di Vigonovo. La possibilità che la coltellata fatale sia stata inflitta durante un breve intervallo di 10 minuti, tra le 23.40 e le 23.50, potrebbe limitare ulteriormente la difesa dell'omicidio preterintenzionale.
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Turetta ha tentato di evitare l'aggravante della premeditazione affermando che l'aggressione è stata un impulso del momento. Tuttavia, la presenza di tracce di uno scotch acquistato online prima dell'omicidio e trovato sull'asfalto di Fossò potrebbe influire sulla valutazione della premeditazione. L'arma del delitto, un coltello da 12 centimetri, è stato trovato nell'auto di Turetta. Il giovane sostiene di non averlo avuto con sé inizialmente, ma la questione della premeditazione rimane centrale nel processo. Se anche solo l'aggravante dei motivi abietti fosse riconosciuta, Turetta potrebbe affrontare una condanna all'ergastolo. Una tragica vicenda che ora è in mano alla giustizia.
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