Turetta in carcere
Filippo Turetta, il clamore del caso Cecchettin a Torreglia: "Fanno i selfie"
Il colloquio tra Filippo Turetta e i genitori, papà Nicola e mamma Elisabetta, era stato autorizzato dalla procura di Venezia ed era stato programmato per la giornata di ieri, ma, secondo quanto si apprende, alla direzione del carcere di Verona non risultano richieste da parte della famiglia dell'ex fidanzato di Giulia Cecchettin. Si è invece tenuto il colloquio tra il ragazzo e il suo legale Giovanni Caruso, che è uscito dal carcere di Montorio a Verona dopo oltre 3 ore, allontanandosi in auto senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti fuori dal cancello e protetto da un cordone di polizia penitenziaria per evitare le domande. Come ricorda un articolo del Corriere della Sera, i genitori del 22enne "sono quasi spariti da Torreglia, si sono eclissati da fotografi e telecamere. Intorno hanno pochi parenti e gli avvocati".
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Il silenzio scelto dai legali di Turetta è ovviamente parte della strategia di difesa, ma anche la dimostrazione della volontà di evitare qualsiasi parola che possa contribuire ad alimentare il clamore sul caso. Sempre sul quotidiano, infatti, si legge che "a Torreglia c'è chi scatta selfie davanti alla casa in cui viveva Filippo". Tuttavia, secondo quanto si apprende, sarà difficile in questa fase del procedimento, ancora in indagini, ottenere che venga disposta una perizia psichiatrica per accertare l'eventuale incapacità, anche parziale, di intendere e volere al momento dei fatti. Servirà forse un lavoro difensivo con una consulenza di parte, affidata a esperti, per raccogliere materiale utile, anche attraverso incontri col detenuto, per arrivare a una richiesta e a un possibile accoglimento della perizia psichiatrica.
Intanto è stato affidato l'incarico di condurre l'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin all'equipe medica guidata dal professor Angelo Paolo Dei Tos, responsabile della UOC di Anatomia Patologica dell'Università di Padova. L'autopsia, prevista per venerdì 1 dicembre, dovrà chiarire diversi particolari sull'omicidio della 22enne. Primo tra tutti, circoscrivere il più possibile l'ora e il giorno della morte rispetto al ritrovamento, avvenuto a distanza di una settimana dalla scomparsa, e poi anche la causa del decesso, se per dissanguamento provocato dalle coltellate, il cui numero è ancora incerto.