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Giulia Cecchettin, al Ris i segreti della Punto di Filippo Turetta

Angela Bruni
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L’inchiesta sull’omicidio di Giulia Cecchettin è alla vigilia di una possibile svolta. Stamattina l’ex fidanzato Filippo Turetta, arrestato in Germania dopo una fuga di mille chilometri, sarà chiamato a dare la sua versione dei fatti nell’interrogatorio di garanzia davanti alla gip Benedetta Vitolo. Tre le strade davanti all’indagato, difeso dal legale Giovanni Caruso: rispondere alla giudice, restare zitto o rendere dichiarazioni spontanee. Dopo averlo incontrato nel carcere di Verona, il legale ha fatto riferimento esplicito solo alle prime due opzioni: «Non anticipo alcunché per rispetto dell’autorità giudiziaria, se si avvarrà o meno della facoltà di non rispondere». L’incontro in cella di ieri tra lo studente 21enne e Caruso è durato circa tre ore. L’avvocato Caruso, docente di diritto penale all’Università di Padova, potrebbe orientarsi sulla scelta più prudente, prendere tempo e far decantare anche a livello mediatico l’attenzione su un caso che ha scosso l’opinione pubblica. Nel frattempo, ha assicurato che non chiederà istanze al Tribunale del Riesame e nemmeno di domiciliari che molto difficilmente sarebbero state accolte.

 

 

E neppure ha fatto cenno a una possibile richiesta di perizia psichiatrica da chiedere in questa fase con la formula dell’incidente probatorio. Più «facile» potrebbe essere la strada della richiesta per una consulenza di parte sulle condizioni psichiche del ragazzo che ha incontrato nel carcere Montorio uno psicologo, un educatore e il cappellano ed è apparso in buone condizioni compatibilmente a quanto successo e allo choc della prigione. Nei giorni successivi al confronto col gip, il pm lo riconvocherà. Anche in quel caso, potrebbe decidere di sfruttare la possibilità, che spetta a ogni indagato, di non rispondere.

 

 

Nel frattempo proseguono le indagini, anche sull’asse Italia-Germania. Saranno i Ris di Parma a svolgere gli accertamenti sui due coltelli, uno trovato nel parcheggio di Vigonovo e l’altro nell’auto di Turetta, sul guanto, sulle tracce repertate sull’asfalto e sulle macchie di sangue che sarebbero state trovate nella Punto dell’indagato. Incorso anche gli accertamenti sul libro per bambini posato accanto al corpo senza vita di Giulia e per capire se la ragazza avesse le mani legate col nastro adesivo, ipotesi al momento smentita dagli inquirenti. Se Turetta non dovesse scegliere la facoltà di non rispondere il pm, dopo che il gip avrà esaurito le sue sue domande, potrebbe incalzare l’indagato con quesiti attinenti alle novità investigative. Tra queste, il coltello, i 300 euro e il guanto trovati nella Grande Punto nera del ragazzo che potrebbero portare a contestare l’aggravante della premeditazione.

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