Delitto Cecchettin
Filippo Turetta, la direttrice del carcere svela: "È tranquillo". Un avvocato rinuncia
Filippo Turetta è atterrato ieri a Venezia a bordo del Falcon 900Ex partito da Francoforte. Al momento della consegna da parte della polizia tedesca, il giovane era ammanettato mani e piedi, come accade per tutti gli accusati di omicidio in Germania, ma «il cittadino italiano si è comunque dimostrato calmo e collaborativo» e ha «interagito in inglese» con gli agenti della polizia tedesca presenti, come conferma a LaPresseJoerg Martienssen, portavoce della polizia aeroportuale di Francoforte sul Meno. Turetta era «in condizioni normali, tranquillo» quando è entrato nella struttura veronese, come ha precisato la direttrice del carcere Francesca Gioieni, che lo ha visto per l'espletamento delle pratiche e delle procedure, dalla visita medica a quella psichiatrica. Nel carcere è avvenuto anche il primo incontro faccia a faccia con il nuovo legale, l'avvocato Giovanni Caruso, che ha confermato di aver trovato il giovane «in condizioni accettabili ma molto, molto provato. Il ragazzo è disorientato» ha aggiunto precisando di non essere «entrati nel merito» della vicenda.
«Il ragazzo non ha detto sostanzialmente nulla, non abbiamo affrontare nei dettagli i profili della difesa materiale». Di quello si parlerà martedì quando, conferma il legale, ci sarà l'interrogatorio di garanzia davanti alla gip. Tutto nel giorno in cui il mondo, e soprattutto l'Italia, celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Una data, quella del 25 novembre, doppiamente dolorosa per il padre e la sorella di Giulia che devono fare i conti con la sua assenza. Il padre Gino si affida a Facebook per postare un fiocco rosso. «Parlate, denunciate, fidatevi!», le sue parole, semplici e dirette, per le donne vittime di violenza. Violenza che torna anche nel post di Elena Cecchettin, la sorella di Giulia. La giovane sceglie Instagram per mandare una lettera alla sorella, per dirle che «questa casa, che fino a poco più di un anno fa era troppo piccola, ora sembra così vuota, così grande e spesa. Così il vuoto che mi porto dentro per la tua assenza. Così il vuoto di quando ti cerco per raccontarti di quello che mi succede, dimenticandomi che non ci sei più. Così grande, così incolmabile il vuoto che la tua assenza lascia dentro di me. Così grande la rabbia come il dolore nel realizzare che la tua assenza, la tua morte sono state causate da un individuo con un nome e un cognome».
Il testo è accompagnato da alcune slide in cui la giovane torna a parlare di Turetta, «l'assassino di mia sorella» che «viene spesso definito come mostro e invece mostro non è. I "mostri" non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro». Nel frattempo l'avvocato Emanuele Compagno, legale nominato d'ufficio di Filippo Turetta, ha rinunciato ieri pomeriggio alla difesa del 22enne, accusato del sequestro e dell'omicidio volontario aggravato di Giulia Cecchettin. Lo comunica lo stesso legale a LaPresse, precisando di aver avvisato fin da subito la famiglia del giovane della necessità di avere un legale di fiducia. «Considero il mio lavoro chiuso con l'arrivo in Italia di Filippo Turetta», ha detto Compagno aggiungendo che «la rinuncia non ha nulla a che fare con le polemiche nate dai miei video pubblicati su Youtube».