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Filippo Turetta, nuovi capi di imputazione? "Non risulta"

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"Se ci sono dei cambiamenti nei capi di imputazione? Non mi risulta". Così l'avvocato Giovanni Caruso, legale di Filippo Turetta, rispondendo a una domanda dei cronisti all'uscita dal carcere di Verona dove ha incontrato il suo assistito. Turetta è accusato di sequestro e omicidio volontario aggravato per la morte di Giulia Cecchettin. Il 22enne è atterrato a Venezia a bordo del Falcon 900Ex partito da Francoforte e da lì è stato scortato fino al carcere di Verona. Al momento della consegna da parte della polizia tedesca, il giovane era ammanettato mani e piedi, come accade per tutti gli accusati di omicidio in Germania, ma "il cittadino italiano si è comunque dimostrato calmo e collaborativo" e ha "interagito in inglese" con gli agenti della polizia tedeschi presenti, come conferma a LaPresse Joerg Martienssen, portavoce della polizia aeroportuale di Francoforte sul Meno.

 

Turetta era "in condizioni normali, tranquillo" quando è entrato nella struttura veronese, come ha precisato la direttrice del carcere Francesca Gioieni, che lo ha visto per l'espletamento delle pratiche e delle procedure, dalla visita medica a quella psichiatrica. Nel carcere è avvenuto anche il primo incontro faccia a faccia con il nuovo legale, l'avvocato Giovanni Caruso, che ha confermato di aver trovato il giovane "in condizioni accettabili ma molto, molto provato. Il ragazzo è disorientato" ha aggiunto precisando di non essere "entrati nel merito" della vicenda. "Il ragazzo non ha detto sostanzialmente nulla, non abbiamo affrontato nei dettagli i profili della difesa materiale". Di quello si parlerà martedì quando, conferma il legale, ci sarà l'interrogatorio di garanzia davanti alla gip. In quell'occasione la pubblica accusa potrebbe avanzare altre contestazioni, come la premeditazione. Ma al momento, come detto dal legale, non risulta. 

 

Nel giorno in cui si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il padre di Giulia, Gino, si affida a Facebook per postare un fiocco rosso. "Parlate, denunciate, fidatevi!", le sue parole, semplici e dirette, per le donne vittime di violenza. Violenza che torna anche nel post di Elena Cecchettin, la sorella di Giulia. La giovane sceglie Instagram per mandare una lunga lettera alla sorella, per dirle che "questa casa, che fino a poco più di un anno fa era troppo piccola, ora sembra così vuota, così grande e spenta".  Un lungo post in cui si alternano il dolore della perdita e la rabbia per la violenza noi confronti delle donne. 

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