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Filippo Turetta, "un mostro in casa": lo sfogo del padre a Quarto Grado

"Siamo ancora sotto shock per tutto quello che è successo, che ha combinato nostro figlio. Giulia l'avevamo conosciuta bene, veniva qua con Filippo, sembrava una coppia perfetta e non riusciamo a capire come possa avere fatto una cosa così". Nicola, il padre di Filippo Turetta arrestato con l'accusa di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin, risponde alle domande di Quarto Grado, su Rete4, venerdì 24 novembre. Una intervista in cui l'uomo, travolto dai fatti, ribadisce che il figlio 22enne "è un ragazzo a cui abbiamo cercato di dare tutto quello che potevamo dare, e fino a quel maledetto sabato abbiamo pensato che fosse un figlio perfetto perché non mi aveva dato mai nessun problema". 

 

Turetta ribadisce quanto detto nei scorsi giorni. Dopo essere stato lasciato da Giulia "la prima volta Filippo  diceva 'mi ammazzo, mi ammazzo', e io gli rispondevo che avrebbe trovato un'altra morosa". Domani arriverà in Italia per l'interrogatorio di garanzia a Venezia. Se ho voglia di riabbracciarlo? Quando mi hanno detto che l'hanno trovato... non è che sia tornato da un viaggio, avrei preferito che fosse la cosa finisse in un altro modo", afferma l'uomo. Nicola ed Elisabetta Turetta hanno partecipato alla fiaccolata della famiglia di Giulia. "Volevamo cercare di essere ancora più vicini alla famiglia, con il loro dolore - spiega Turetta -  io andavo ad accogliere un figlio, Gino non poteva". 

 

Tornando sul desiderio che le cose, per Filippo, andassero diversamente, il padre infine chiarisce: "Sono contento che posso riabbracciarlo, e che mi spieghi cosa ha combinato, perché ha fatto una cosa del genere".  L'uomo afferma di non aver notato segnali allarmanti nel comportamento del figlio. "Non era depresso, chiuso in camera... Andava a fare delle partite di pallavolo, si vedeva con Giulia all'università e quindi era sereno. Giulia andava fuori con lui tranquillamente - racconta l'uomo - fino a quel maledetto sabato so che non le ha toccato neanche un capello". "Non so, ho avuto in casa per 21 anni un mostro, da padre ho cercato di dargli tutto. Come lo spiego? Ce lo dirà". Per l'uomo il figlio ormai è un rebus indecifrabile: "Non puoi essere un agnello fino a quella sera, poi quel maledetto sabato... Tutto d'un tratto ha ucciso il suo angelo, quella che gli prepara i biscotti, quella che lui amava... Gli chiederemo il perché di tutto questo, perché siamo qui adesso e perché la Giulia non c'è più".