Polmonite in Cina, Bassetti fa scattare l'allarme: "Si rendano noti i dati"
Boom di focolai e un nuovo terrore. L’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto alla Cina informazioni dettagliate sull’aumento delle malattie respiratorie e sui focolai di polmonite nei bambini. I media locali hanno infatti riportato una crescita costante delle infezioni tra i bambini delle scuole materne ed elementari. Se il germe tende a causare solo lievi raffreddori nei bambini più grandi e negli adulti con un sistema immunitario definito, i bambini più piccoli sono inclini a sviluppare la polmonite, con sintomi che possono durare a lungo. A fare chiarezza è stato Matteo Bassetti. L'epidemia "ci riporta indietro di quattro anni", ha detto il professore, suggerendo così un paragone con l'incubo del Covid.
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"Era proprio questo periodo quando nel 2019 vennero fuori i primi dati sulle polmoniti atipiche in Cina", ha spiegato l'infettivologo, parlando con l'agenzia Adnkronos. Il direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova è anche intervenuto in collegamento a L'Aria che tira, il programma di politica e di attualità di La7. "Questa volta la situazione sembra leggermente diversa, nel senso che riguarda soltanto i bambini e un'area particolarmente fredda del Paese. Potrebbe dunque trattarsi di infezioni di stagione, che possono essere virali e batteriche. È determinante, però, non commettere gli stessi errori del passato. Bisogna che la Cina immediatamente renda trasparenti tutti i dati, compresi campioni respiratori e di tessuto, all'Organizzazione mondiale della sanità", ha detto.
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Dopo le vicende legate alla diffusione del Covid, per Bassetti "non è più possibile che su una cosa del genere le informazioni non siano immediate, è fondamentale che la Cina comunichi rapidamente all'Oms che cosa è successo, se siamo di fronte a un microrganismo già noto oppure se si tratta di virus o un batterio sconosciuto, se l'epidemia è semplicemente legata al clima. Insomma è fondamentale che si faccia luce sulla questione nelle prossime ore, magari è semplicemente un focolaio che si risolverà in tempi rapidi, ma dobbiamo saperlo. Non si può pensare di ricommettere gli stessi errori a distanza di quattro anni e tornare indietro".