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OpenAi, retromarcia su Sam Altman: torna come Ceo. La rivolta finisce malissimo

Gabriele Imperiale
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Open AI non ha pace. Sam Altman, fondatore della società, torna a occupare il suo posto da Ceo a pochi giorni dalla sua cacciata e del suo approdo a Microsoft. Fatali per il Consiglio d’Amministrazione le proteste degli investitori e la minaccia – da parte di 700 dipendenti – di levare le tende ed andarsene. E da cacciato Altman – insieme ai suoi fedelissimi dipendenti – diventa cacciatore di chi voleva mandarlo via. “Amo Open AI – ha commentato vittorioso Altman su Twitter – e tutto ciò che ho fatto negli ultimi giorni è stato al servizio di questo team e della sua missione. Quando ho deciso di unirmi a Microsoft la sera di domenica, era chiaro che quella era la strada migliore per me e per il team. Con il nuovo consiglio di amministrazione e il sostegno di Satya, non vedo l'ora di tornare a Open AI e di costruire la nostra forte partnership con Microsoft”. 

 

 

Nuovo consiglio di amministrazione in arrivo e nuove prospettive a fianco del gigante dell’informatica made in USA. “Siamo incoraggiati dalle modifiche apportate al consiglio di amministrazione di OpenAI – ha dichiarato il Ceo di Microsoft, Satya Nadella commentando il ritorno di Altman nell'azienda per l'intelligenza artificiale –. Crediamo che questo sia un primo passo fondamentale verso una governance più stabile, informata ed efficace. Sam, Greg e io abbiamo parlato e concordato che hanno un ruolo chiave da svolgere. Non vediamo l'ora di consolidare la nostra collaborazione”. Adesso quindi spazio ai nuovi consiglieri e le prime indiscrezioni oltreoceano parlano di Bret Taylor come presidente, Larry Summers e Adam D'Angelo come consiglieri. Il tutto naturalmente con il benestare di Microsoft, tra i principali investitori di Open Ai e che proprio nella creatura di Altman ha già versato 13 miliardi di dollari. 

 

 

Nonostante gli scossoni interni, la società ha lanciato nuove funzionalità per ChatGp: è adesso gratuita la possibilità di porre domande all'intelligenza artificiale generativa attraverso la voce.  Chiamata “ChatGpt Voice”, la nuova opzione trasforma il chatbot in un assistente vocale attraverso l'app su smartphone e per testarla, gli sviluppatori hanno pensato bene di scherzare sull’attuale situazione societaria: nella demo postata su Twitter si chiede: “È stata una lunga notte per il team, e siamo affamato. Quante pizze dovrei ordinare per 778 persone?”. La risposta è puntualissima: “Considerando tre fette di pizza a persona, e considerando che ogni pizza può essere tagliata in 12 fette, devi ordinare circa 195 pizze”.

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