Giulia Cecchettin, l'ergastolo per Filippo Turetta non è scontato: quanto potrebbe restare in carcere
Filippo Turetta rischia l’ergastolo? Se l’è chiesto Il Corriere del Veneto e la risposta non è così scontata. Il ventiduenne di Torreglia, accusato di omicidio volontario e sequestro dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, potrebbe vedersi ridotta la pena e di molto. Sarà infatti battaglia sulla premeditazione e senza l’aggravante, il giovane potrebbe scontare 22 anni di carcere, ridotti in futuro grazie alla buona condotta. Perché? Andiamo con ordine. L’inchiesta è ancora lontana dalla sua chiusura ma il quadro delle responsabilità di Turetta è già chiaro agli inquirenti: l’uomo ha ucciso l’ex fidanzata dopo una brutale aggressione e si è dato alla fuga in Germania – dove è stato arrestato – dopo aver gettato il corpo di Giulia nel lago Barcis a Pordenone.
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Vanno però chiarite le fasi dell’omicidio e appurare se ci sia stata premeditazione o meno. Senza l’aggravante, Turetta non rischierebbe l’ergastolo. Al momento, infatti, il ventiduenne sarebbe indagato solo per sequestro di persona e omicidio volontario con l’aggravante della “relazione affettiva tra i due, ora cessata” – l’articolo 577 comma 2 del codice penale e che prevede una pena tra i ventiquattro e i trent’anni.
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Come ricostruito da Il Corriere, in questa situazione il giovane potrebbe chiedere il rito abbreviato e ottenere uno sconto di pena (fino a un terzo) e una riduzione della durata del processo. Così fosse, quindi Turetta sconterebbe poco più di ventidue anni, che con la buona condotta e altri sconti potrebbero essere anche ridotti. Saranno però gli accertamenti sull’auto del ragazzo, sui sacchetti neri ritrovati al Barcis, lo scotch e i coltelli, nonché le tracce di sangue ritrovate per terra sul luogo dell’aggressione, sugli indumenti e nel veicolo del 22 enne a fornire maggiori dettagli agli inquirenti e a determinare o meno la premeditazione. Altro tassello importante saranno i dati del cellulare appena trovato in auto, i contenuti dei computer e l’autopsia, che sarà determinante per le indagini. Come lo saranno le eventuali dichiarazioni che il ragazzo farà al suo rientro in Italia. Tutti si aspettano che fornisca la sua versione dei fatti anche se potrebbe trincerarsi nel silenzio.
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