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“Filippo Turetta aveva pianificato qualcosa”. Giulia Cecchettin gettata giù senza vita

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“L’ipotesi è che aveva pianificato qualcosa, magari non di ucciderla ma di andarsene con lei”. È questo quanto scrivono gli investigatori che lavorano al caso della morte di Giulia Cecchettin e che sono riusciti ad interrompere la fuga di Filippo Turetta, indagato per omicidio. Il Corriere ricostruisce i tragici momenti che hanno poi portato all’uccisione. Il primo segnale è una discussione accesa nel parcheggio accanto alla casa di Giulia, nel centro di Vigonovo. “Lasciami! Mi fai male!”, le parole di Giulia riferite da un vicino, che si era affacciato alla finestra a causa del caos dall’esterno. Filippo la carica comunque in macchina, ma dopo pochi chilometri si inserisce in una strada deserta della zona industriale di Fossò, fermandosi davanti allo stabilimento dell’azienda Christian Dior, dove pensa che non ci sia nessuno. Ma in realtà c’è una telecamera di videosorveglianza a riprendere tutto.

 

 

“Seppure un po’ annebbiato e traballante, l’occhio tecnologico registra in bianco e nero una scena sempre più cruenta. I due litigano animatamente all’interno dell’auto, muovono le mani, poi Filippo sembra colpirla, uno schiaffo o un pugno. Lei scende dall’auto, scappa, lui che la insegue, la prende per il cappuccio del giaccone, impugna qualcosa, forse un coltello, e la colpisce violentemente. Giulia cade a terra, sanguinante ed esanime. Filippo si guarda intorno, la prende per i piedi, la trascina fino al retro della Fiat Punto nera, apre il portabagagli e, magrolino ma energico, trova la forza di sollevarla e gettarla dentro” la ricostruzione del quotidiano.

 

 

“È andato in auto fino a un certo punto, poi l’ha trascinato in un dirupo nascondendola molto bene con un paio di sacchetti neri”, il resto dell’analisi dell’investigatore di cui ha avuto notizia il Corsera. Secondo l’Ansa “Giulia era già morta quando è stata lanciata nella scarpata della Val Caltea, a Barcis, dopo essere stata scaricata dall'auto di Filippo. Le coltellate alla testa e al collo erano svariate e molto profonde, inferte con grande violenza”. Ogni commento è superfluo.

 

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