Caso cecchettin
Cecchettin, Giulia trovata senza vita. Il dolore della sorella: "È stato il vostro bravo ragazzo"
Oggi è il giorno del dolore, quel giorno in cui le speranze di ritrovare viva Giulia Cecchettin sono sfumate. Giulia è morta. Il suo corpo è stato trovato nel lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Dal parcheggio della zona industriale Filippo Turetta ha percorso quasi 175 km tra autostrade e strade di montagna tra i tornanti della Valcellina fino ad arrivare agli oltre 400 metri di altitudine, quindi al lago artificiale di Bracis. Il cadavere di Giulia Cecchettin aveva gli stessi abiti che la 22enne indossava al momento della scomparsa. I carabinieri hanno bloccato le strade per impedire l'accesso al lago e per permettere ai tecnici del Ris di effettuare i rilievi. Di Filippo ancora nessuna traccia. Nel cielo gli elicotteri cercano di individuare la sua Grande Punto Nera vista l'ultima volta in Austria. Filippo dovrebbe essere in Carinzia, secondo quanto accertato dall'Interpol il giovane, su cui pende un mandato di cattura internazionale, avrebbe attraversato il confine a Tarvisio per poi proseguire via Villach fino a Lienz dove mercoledì è stato registrato il suo numero di targa. Dopo tre giorni di assenza, la targa dell'automobile di Turetta, sarebbe riapparsa proprio a Lienz in Austria dalla parte del versante del Tirolo Orientale.
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Sono proprio i genitori di Filippo, colpiti da un "dramma che ci fa cadere il mondo addosso" a lanciare l'ultimo disperato appello al figlio chiedendogli di costituirsi. "Filippo si avvicini alle forze dell'ordine e si costituisca", dice a LaPresse Emanuele Compagno, il legale di Stefano Turetta, sperando che "il figlio si assuma le proprie responsabilità". Stesso appello viene lanciato anche dal Procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi: "La ricostruzione che potrebbe fare il Turetta sarebbe molto importante anche per lui stesso. Quindi l'invito è a non continuare questa fuga verso l'Austria e si costituisca". Mentre a casa Cecchettin dopo una settimana di ansia e attesa per Giulia di cui non si avevano notizie da sabato è il "momento del dolore", come dice a LaPresse l'avvocato Stefano Tigani. La sorella di Giulia affida ai social la propria rabbia: "È stato il vostro bravo ragazzo". La frase è contenuta in un post della scrittrice Valeria Fonte, che la giovane ha rilanciato. Nella stories successiva, Elena Cecchettin scrive "Per te bruceremo tutto". Poco prima la ragazza aveva rilanciato un altro post, stavolta dell'attivista Carlotta Vagnoli, in cui è scritto: "Prevedibile dalla descrizione di quel bravo ragazzo, troppo bravo: non farebbe male neanche a una mosca. Certo, a una mosca no. Ma a una donna, beh, quella è tutta un'altra storia".
La procura e i carabinieri continuano a lavorare e a breve arriveranno i risultati degli esami sulle macchie di sangue e alcuni capelli trovate la mattina dopo la scomparsa di Giulia e Filippo nella zona industriale di Fossò. Si lavora inoltre per capire se Filippo abbia agito con premeditazione. Al vaglio degli inquirenti ci sono alcune ricerche effettuate dal suo pc: kit di sopravvivenza in alta quota e abbigliamento per escursioni in montagna. Insieme ad itinerari estremi nel versante Tirolese meridionale dell'Austria. Teoria esclusa dall'avvocato del 22enne, Emanuele Compagno che spiega a LaPresse che se avesse deciso di ucciderla prima del loro incontro "Filippo non avrebbe accompagnato Giulia a casa dopo che sono stati al centro commerciale" e che "avrebbe preso più soldi o magari una valigia con dei vestiti". Nelle prossime ore potranno esserci nuovi sviluppi nel caso, fanno intendere gli investigatori.