Cecchettin, l'appello dei genitori di Filippo: "Consegnati". Poi la cattura in Germania
Un’evidente frattura alla testa con un’abbondante fuoriuscita di sangue. Si presentava così il cadavere di Giulia Cecchettin, al momento del macabro ritrovamento avvenuto questa mattina sulle sponde del lago di Barcis, alla confluenza con un canale. L’autopsia, che verrà effettuata a inizio della prossima settimana, stabilirà la compatibilità delle fratture con le macchie di sangue repertate dai carabinieri sulla strada della zona industriale di Fossò. Lì Filippo Turetta l’avrebbe tramortita prima di caricarla di forza nella Fiat Grande Punto.
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"Filippo, consegnati alle forze dell’ordine". È l’appello che la famiglia Turetta lancia tramite il proprio avvocato, Emanuele Compagno, al figlio 22enne, in fuga da una settimana e ora accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. I genitori di Filippo esprimono alla famiglia di Giulia "vicinanza e profondo dolo per una tragedia che coinvolge entrambe le famiglie", riferisce l’avvocato Compagno, contattato dall’Adnkronos.
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"Bisogna capire bene quello che è successo prima di trasformare lui in un mostro, come sta già avvenendo sui social; potrebbe essere stata una fatalità, magari lui non voleva farle male", conclude. "Sconvolti, frustrati e affranti, dopo aver saputo della morte di Giulia non hanno più parlato": è questa la reazione - riferita dall’avvocato Emanuele Compagno - della mamma e del papà di Filippo Turetta. Con forza i genitori del ragazzo chiedono che "Filippo torni a casa". A mettere fine alla fuga del 22enne è stata la polizia tedesca che lo ha fermato nella sua auto, in autostrada, a 120 chilometri da Lipsia.