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Beppe Grillo, il politologo smonta la rentrée: "Vergogna". Il vero obiettivo di Fazio

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Un "comico triste" che "non fa più ridere", con uno show "al limite della vergogna". Il politologo Massimiliano Panarari fa a fettine Beppe Grillo e la sua "grande rentrée in tv" che Fabio Fazio ha "apparecchiato" con meticolosità a Che tempo che fa, sul Nove. L'ospitata secondo l'esperto di comunicazione politica aveva un obiettivo chiaro, scrive su La Stampa di lunedì 13 novembre, ossia "la riabilitazione del comico fattosi capo politico, con tanto di 'florilegio' degli attacchi di hater nei suoi confronti – e la piccola omissione del ruolo suo e dei pentastellati nell'incentivare l'odio sul web lucrandoci voti".

 

Il fondatore del Mopvimento 5 Stelle ha poi avuto il palcoscenico tutto per sé, con Fazio a fare tuttalpiù da spalla, in "un esaltato monologo e one man show" in cui il comico "ha sfoderato un repertorio sovreccitato, saltando di palo in frasca", nota Panarari. Il minestrone è il solito, "bandiere green citate per presentarsi come visionario", "l'autocelebrazione quale artefice unico del M5S", "le intemerate da profeta". 

 

Si dirà, il solito Grillo. Non proprio, nota Panarari, perché c'è un fattore che stona di più tra i "troppi elementi personalistici, alcuni dei quali davvero inopportuni e "al limite della vergogna". Quale? "Le critiche a Giulia Bongiorno, legale di parte avversa nel processo" per violenza di gruppo a carico del figlio Ciro Grillo.  Insomma, Grillo voleva riproporsi come . Voleva rilanciarsi come "il trickster avanguardista", istrione visionario al di fuori delle regole, ma si è dolo "rivelato un comico triste che, dopo avere contribuito a peggiorare significativamente la qualità della politica nazionale, non fa neppure più ridere", è la sonora bocciatura del politologo. .

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