Indi Gregory, l'intervista strappa lacrime del padre: “Può essere curata, non merita di morire”
Sono momenti decisivi per la piccola Indi Gregory, 8 mesi, cittadina del Regno Unito, affetta da una patologia mitocondriale che molti medici giudicano incurabile. Il padre di Indi, Dean Gregory, ha rilasciato un’intervista (ieri), mandata in onda nell’edizione del 9 novembre de L’Aria che Tira, programma televisivo di La7 con David Parenzo alla conduzione, a poche ore dalla deadline fissata dai giudici di Oltremanica per staccare i macchinari che la tengono in vita. E secondo il genitore, visibilmente affranto, c’è ancora una speranza e sua figlia non merita di morire per via della decisione presa in un tribunale: “Io e Claire siamo rimasti assolutamente devastati, con il cuore spezzato, per la decisione presa dal giudice. Il nostro servizio sanitario nazionale cerca di impedirci di andare in Italia, ci hanno anche impedito di portare Indi a casa per un trattamento di fine vita e non capiamo perché. È così umano. Siamo stati minacciati con l’estubazione già oggi, anche se l’ordine diceva che sarebbe stata praticata giovedì alle 15 italiane. Questo ci provoca molto stress, siamo spaventati per la vita di Indi, abbiamo fatto un appello urgente, i nostri avvocati stanno lavorando molto duramente, hanno presentato un appello immediato, perché faremo ricorso”.
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Dean Gregory non sa come ringraziare l’Italia per la sua vicinanza: “Vorrei intanto ringraziare il console italiano a Manchester, voglio ringraziare il governo italiano e la sua presidente. Voglio ringraziare gli italiani, sono stati davvero incredibile, come angeli custodi di Indi. Ci sentiamo fortunati di avere la vostra passione e il vostro coraggio alle spalle mentre cerchiamo di salvare la vita di Indi. Pensiamo semplicemente che sia nel miglior interesse di Indi venire in Italia per ricevere le cure che le permetterebbero di respirare aprendo la valvola con uno stent. E poi potremmo concentrarci sulla malattia mitocondriale, che - svela l’uomo - potrebbe essere curata. C’è un bambino con la sua stessa malattia in America, adesso ha 4 anni. Sappiamo che Indi è una combattente, vuole vivere, non merita di morire. Io voglio che la mia bambina viva. Viva per più tempo possibile. Lei è una bambina che vuole vivere. Mi rispondono che ha una malattia che non si può curare. Che al massimo può vivere ancora per qualche anno. Ok. Voglio che viva e sia felice per il tempo che sarà. Non voglio che sia uccisa dalla decisione di alcuni burocrati. E sono molto grato al governo italiano, che ci hanno offerto l’unica possibilità vera di strapparla alla morte”. Non resta che attendere per vedere le azioni dei medici inglesi.