Scherzo a Meloni, "non sono solo comici". L'ex 007 Mancini: chi c'è dietro
Vovan e Lexus, al secolo Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov, sono i due comici russi protagonisti dello "scherzo" alla premier Giorgia Meloni. I due hanno spiegato a Repubblica di non essere "spie" o di avere rapporti con l'Intelligence di Mosca (come avrebbero potuto rispondere il contrario?) ma per l'ex agente segreto Marco Mancini questo è impossibile. Intervenuto nella puntata di giovedì 2 novembre de L'aria che tira, su La7, l'ex 007 famoso per la liberazione di Giuliana Sgrena ha spiegato che è evidente che i "due comici, così definiti non siano solo comici. Non funziona così in Russia. Se queste persone possono agire in maniera indisturbata scegliendo dei target internazionali come il nostro presidente del Consiglio, dietro c'è una struttura che non può essere che l'Intelligence russa che favorisce queste attività". Insomma, una trappola del regime di Vladimir Putin di cui Meloni è "vittima", afferma Mancini.
"È stata una trappola". Scherzo a Meloni, cosa volevano i comici
Nella trasmissione condotta da David Parenzo è intervenuto anche Marco Imarisio, giornalista del Corriere della sera, che elenca le "vittime eccellenti" del duo russo. Insomma, i due "prankster" hanno "bucato" le misure di Paesi occidentali ben attrezzati: "una volta Macron, una volta Boris Johnson, il premier canadese Trudeau, il vice presidente degli Stati Uniti, l'ex presidente ucraino. Zelensky varie volte, Erdogan, Elton John, l'autrice di Harry Potter, Stephen King...". Insomma, super-vip e capi di Stato. "Certe cose non avvengono per caso, non si va in onda in Russia alle 23:30 sul primo canale per caso e senza essere, come dire, autorizzati" spiega il giornalista.