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Zerocalcare fa il piagnisteo: “Non vado al Lucca Comics patrocinato da Israele”

Pietro De Leo
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Mai come in questo momento torna utile un vecchio libro del compianto Robert Hughes, «La cultura del piagnisteo», per descrivere l’approccio di certa sinistra, politica ma soprattutto intellettuale, al mondo. Ecco l’ultima, con Zerocalcare, prolifico fumettista di certo ascrivibile a quel mondo lì, dei riflessivi e degli impegnati, che «piace alla gente che piace». Ebbene, Zerocalcare ha annunciato in un post social che non sarà alla rassegna Lucca Comics. Perché «purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana per me rappresenta un problema, in questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6mila morti civili, uomini, donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra». E aggiunge: «Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta, e anche per me stesso, perché Lucca per me è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore e di incontro». Dunque, una scelta che aggiunge un sottotesto al peggioramento della crisi medio orientale, che sono i riflessi nel confronto politico-culturale.

 

 

La scelta di Zerocalcare ha suscitato ovviamente delle reazioni. Gli organizzatori del Lucca Comics osservano: «Questo patrocinio, non oneroso, è stato ricevuto per riconoscere il valore del nostro programma culturale». Ed ancora: «Rispettiamo le scelte personali, rispettiamo le opinioni di tutti e da sempre abbiamo l’ambizione di essere il luogo dove è possibile stare insieme nelle differenze». Dunque, «abbiamo riflettuto molto sulla possibilità di rinunciare al patrocinio ma abbiamo ritenuto che sarebbe stato poco responsabile nei confronti non solo delle istituzioni e delle realtà appartenenti al nostro ecosistema, ma anche per tutti i partecipanti». Poi ci sono le reazioni del mondo creativo, tipo quella di Vauro, che parlando all’Adnkronos dà ragione a Zerocalcare: «Sono completamente d’accordo» con il suo gesto, spiega. E aggiunge: «Io col fumetto non c’entro niente, ma se fossi stato invitato al Lucca Comics avrei fatto la medesima cosa». Leo Ortolani, inventore di «Rat Man», dice che, al contrario di Zerocalcare, lui al Lucca Comics va: «Più che dare risposte, ci diamo da fare. Se passate da me a farvi firmare i miei albi, i miei volumi, i miei tarocchi, mi vedrete con un mazzo di cartoline, a fianco. Non sono in vendita. Ma se ne volete una, vi chiedo di fare un’offerta minima di 5 euro. Il ricavato verrà da me devoluto a un’associazione di aiuti umanitari, che si occupa soprattutto dei bambini».

 

 

Reazioni anche dalla politica. Il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini osserva: «Spiace che per qualcuno il sostegno dell’Ambasciata di Israele ad un bellissimo evento culturale sia un problema, a tal punto da annullare la presenza. Io la penso esattamente al contrario, e farò il possibile per essere al Lucca Comics. Evviva l’arte, evviva la Libertà». Andrea Marcucci, ex parlamentare lucchese, attualmente esponente di Libdem, ragiona: «Il senso della protesta di Zerocalcare mi sfugge, quello che invece capisco è l’incredibile strabismo della sinistra radicale: disertano le manifestazioni patrocinate da Israele e non condannano Hamas e il terrorismo». In generale, certamente ognuno può esprimere tutto il dissenso che ritiene opportuno, certo. Ma emerge ancora una volta quella vocazione della sinistra all’auto-martirio apparente. Da Zerocalcare, appunto, a Roberto Saviano che ventila di lasciare l’Italia dopo la condanna per diffamazione a Giorgia Meloni. Per non parlare poi di quegli esponenti del mondo patinato che, alla vigilia delle elezioni politiche, annunciavano l’esilio in caso avesse vinto il centrodestra. Promessa mai onorata, ovviamente. Perché sì, questo auto-martirio è solo un’illusione ottica. Una delle tante da quelle parti.

 

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