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Il Natale cambia nome? Ecco l'ultima follia: "Festa d'inverno per aprire a tutti"

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Christian Campigli
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L'arroganza di chi crede di poter disporre delle nostre tradizioni a proprio piacimento. Di duemila anni di storia. Ignaro, evidentemente, di aver pestato la famigerata buccia di banana. La ferma volontà di andare avanti, a ogni costo, in nome del folle mito del politicamente corretto. Lascia sgomenti l'intervista rilasciata al quotidiano La Nazione da parte di Costanza Hermanin, membro della commissione interna dell'Istituto Universitario Europeo di Fiesole, balzato agli onori delle cronache per la folle idea di cambiare nome al Natale. Una scelta che era stata fortemente criticata da tutto il centrodestra, da Tajani a Salvini, da Marcheschi a Gasparri.

 

 

L'accademica non solo non smentisce, ma addirittura rilancia la proposta. “La Festa d'Inverno per aprire a tutti. L'inclusione va messa in pratica. Verrà prestata attenzione a garantire che la celebrazione delle festività e degli eventi siano comunicate con un linguaggio inclusivo, riconoscendo le diverse religioni e credenze. Nel caso della festa che ha scatenato tante polemiche, manterremo i canti di Natale, l'albero e il mercatino, pur adattandola a ciò che fanno tutte le grandi realtà internazionali almeno nel nome. L'Istituto ha fatto la scelta di aprirsi ad eccellenze accademiche di qualsiasi provenienza. Le parole danno corpo alla realtà, sono importanti. Se predichiamo inclusione e tolleranza dobbiamo metterla in pratica, a partire dalle parole”.

 

 

Concetti che lasciano poco all'immaginazione, quelli espressi da Costanza Hermanin. Che, nel 2019, scese in campo alle elezioni per il rinnovo del Parlamento del Vecchio Continente con +Europa, il partito guidato da Emma Bonino. La quarantaduenne spiegò la sua scelta, con valutazioni che potranno essere utili per capire l'acredine dimostrata di fronte alle tradizioni del nostro Paese. “Mi candido a rappresentare il potenziale di città che, come Firenze, hanno una storica vocazione all'apertura internazionale, ai valori dell'Europa. Dalle città dobbiamo partire per sconfiggere il nazionalismo degli Stati che minacciano il progetto europeo, il progetto che ha avuto il più grande successo di sempre nel garantirci pace, crescita economica e culturale, possibilità di lavoro e di studio. C'è un altro modo per far sentire il nostro peso politico in Europa, per rafforzare l'Italia tramite l'Europa. Lavoro, ambiente, parità, diritti saranno i temi al centro della mia campagna. Perché soltanto rafforzando, non restringendo, le competenze dell'Europa possiamo creare più lavoro, crescita e garantire in tutti gli Stati la stessa protezione sociale”. 

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