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Ue chiede corridoi umanitari a Gaza. Meloni: cambio di passo sui migranti

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L'Ue chiede "un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro e senza ostacoli e aiuti per raggiungere coloro che ne hanno bisogno attraverso tutte le misure necessarie, compresi corridoi umanitari e pause per soddisfare le esigenze umanitarie". E' questa la sintesi che i leader Ue hanno trovato al Consiglio europeo. Dopo 5 ore di dibattito, il vertice europeo è riuscito a trovare un messaggio di unità, superando le diverse posizioni sulla terminologia da adottare. La Spagna, che guidava il fronte dei paesi a favore di un "cessate il fuoco", non si è vista approvare tale dicitura, osteggiata dai più perché comprometterebbe la risposta di Israele nell'eliminazione dei terroristi di Hamas, ma porta a casa l'impegno di una conferenza internazionale di pace "presto".

 

Per la premier, Giorgia Meloni, l'Europa può giocare un ruolo nel "dare maggiore peso all'Autorità nazionale palestinese" e ricorda che "c'è un impegno comune" per evitare un'escalation regionale "dalle proporzioni inimmaginabili". "Una delle cose più efficaci che si possono fare per aiutare la de-escalation è dire o svelare un bluff che Hamas porta avanti", ovvero quello di aver commesso le sue atrocità "per difendere la causa palestinese". Bruxelles inizia a intravedere anche i risvolti che la crisi mediorientale potrebbe avere sui fluissi migratori in Europa. "I migranti sono spinti a cercare una vita migliore a causa di guerre e conflitti e giungono sulle nostre coste in numero maggiore", afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che chiede all'Unione europea di "reagire e agire unita e risoluta" di fronte a tali sfide e "grandi sconvolgimenti". Sui migranti il Consiglio ascolterà le azioni intraprese dalla Commissione europea, in base all'impegno di tornare sul tema "su base regolare".

 

Ora il tema non più "di visione in capo al Consiglio ma di fatti in capo all'Esecutivo Ue", fa nota la premier Meloni, che si dice soddisfatta della lettera di von der Leyen inviata ai leader. La missiva, con le azioni intraprese e le proposte di valutare un'estensione della missione navale Irini e di rendere i rimpatri più efficaci, "è la dimostrazione che l'Unione europea intende andare avanti concretamente". Il prossimo passo sul fronte della dimensione esterna è estendere gli accordi con i paesi terzi, a cominciare dall'Egitto. Non bisogna ripetere l'errore fatto con la Tunisia, è l'invito di Meloni. "Quello che serve è il rispetto, perché non si può pensare di parlare con le istituzioni di un'altra nazione con l'approccio paternalistico, con questa idea di superiorità che noi delle volte dimostriamo". Un rispetto che a volte è mancato nei rapporti con Tunisi, "nel senso che abbiamo visto tentativi di dichiarare la Tunisia paese non sicuro da esponenti politici, da forze e realtà politiche, da chi politicamente vuole minare la possibilità che l'Europa governi i propri flussi migratori", rimarca la premier.

 

Sul tavolo dei leader anche il dibattito sulla revisione del bilancio pluriennale, da approvare entro l'anno, che prevede le risorse necessarie per sostenere l'Ucraina - 50 miliardi - e le nuove azioni sulla migrazione, 15 miliardi. Il premier ungherese Viktor Orban si è già detto contrario a destinare soldi ad entrambe le cause. La partita si intreccia anche con la decisione sui negoziati di adesione Ue dell'Ucraina che i leader dovranno prendere nel Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre. "Nonostante la guerra su vasta scala, non chiediamo eccezioni alle regole generali. L'Ucraina ha praticamente implementato 7 raccomandazioni della Commissione europea", ha affermato il presidente Zelensky intervenuto al vertice da remoto. "Questa decisione - è il monito - sarà una delle più forti del decennio e, in molti modi, determinerà l'intero percorso futuro dell'Unione europea".

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