medio oriente
Usa, sondaggio choc: quanti musulmani giustificano Hamas
C’è un dato da non sottovalutare, nelle riflessioni intorno alla potenziale minaccia proveniente dalle comunità musulmane nei Paesi occidentali. Ed emerge da un sondaggio realizzato negli Stati Uniti dall’istituto Cygnal, che negli scorsi giorni ha posto a un campione di duemila persone (seguaci di diversi culti religiosi) alcune domande circa la crisi mediorientale e la genesi di questa fase acuta, l’attacco di Hamas ad Israele lo scorso 7 ottobre. Ebbene, il 57,5% dei musulmani appartenenti al campione analizzato ritiene che “Hamas era giustificato ad attaccare Israele” nell’ambito della sua “lotta per uno Stato palestinese”.
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Un altro aspetto preoccupante emerge sul livello di consapevolezza su quanto accaduto nella mattanza di quasi tre settimane fa. Se il 10,8% degli ebrei appartenenti al campione statistico “non era a conoscenza” delle decapitazioni di bambini praticate da Hamas nel giorno dell’aggressione, la percentuale sale di oltre tre volte, raggiungendo il 34,1%, nel caso dei musulmani. Questi numeri tratteggiano un quadro preoccupante circa le prospettive di consenso che Hamas può radicare all’interno delle comunità musulmane occidentali. Che si basa su quella mistificazione di fondo alimentata dal gruppo terroristico islamico, cioè la lotta per rivendicare la costituzione di uno Stato palestinese. In realtà si tratta di ben altro: distruzione dello stato di Israele e creazione di un effetto-detonatore per il jihadismo in tutto il mondo.
I numeri del sondaggio americano, dunque, rafforzano la necessità che l’Islam moderato fornisca prova della propria esistenza, isolando gli estremisti e contribuendo a riportare il confronto nell’alveo di una convivenza civile. L’appoggio dei musulmani (ovunque essi siano) ai crimini di Hamas, che vuole distruggere Israele, ha una subordinata facilmente individuabile: l’ostilità verso i valori occidentali e il sistema democratico nel suo complesso.