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Fabio Fazio, la "vita dolce" del conduttore che pochi conoscono

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Gianfranco Ferroni
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Fabio Fazio è un uomo fortunato. Gli ascolti televisivi lo premiano, anche dopo aver lasciato la Rai. «Che tempo che fa», il talk show creato e condotto dallo stesso Fazio, ha superato gli straordinari dati del debutto volando a 2.245.000 spettatori e l’11,3% di share su Nove, con picchi d’ascolto di oltre 2,6 milioni di spettatori e picchi di share di oltre il 13%, registrando un nuovo record e affermandosi come il programma più visto di sempre per il Nove, secondo canale nazionale durante la messa in onda. Con questi dati lo show si posiziona come secondo programma più visto della serata. Anche se alcuni affermano che il successo di Fazio si basa sulla presenza nella trasmissione televisiva di uno showman d’eccezione come il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca.

 

Il prossimo 30 ottobre Fazio sarà a Venezia, al Fondaco dei Tedeschi, nella sua seconda veste, quella di industriale, per intrattenere la platea sul tema «Il cioccolato: la dolcezza del ricordo». E’ infatti grazie ai momenti passati durante l’infanzia con il mondo dei dolci che l’autore e conduttore ha deciso, nel 2020, di rilevare insieme all’amico Davide Petrini la storica fabbrica di cioccolato Lavoratti. Una vera e propria sfida, che fin dai primi istanti è stata doppia: salvare l’azienda, il marchio, la storia di Lavoratti così intimamente legata al suo passato, ma soprattutto realizzare un cioccolato di qualità. Ed è per questo che Lavoratti 1938 è stata concepita come un laboratorio in cui sperimentare nuove idee, nuove possibilità di incontro di ingredienti e soprattutto di persone.

 

La conversazione, si alternerà tra il cioccolato, i ricordi, il territorio ligure tanto caro a Fazio, e verterà anche sulla visione chiara, etica e manageriale necessaria quando si gestisce un’azienda. Alla fine della conversazione Fazio si cimenterà in un singolare firmacopie delle tavolette, che gli spettatori potranno comperare e vederle autografate, proprio come si fa con i libri. La scelta del luogo è particolare: appartiene al gruppo Dfs, leader mondiale del travel retail di lusso, società detenuta a maggioranza da Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy).

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