Meteo, i test nucleari hanno modificato il clima? Giuliacci: "Atmosfera più elettrica"
Il sito del colonnello Mario Giuliacci, oltre a ospitare bollettini meteo con le ultime previsioni, è anche il "contenitore" in cui vengono approfondite curiosità legate all'atmosfera ma che coinvolgono anche fattori esterni a quelli solitamente valutati. E questo è il caso dell'ultimo contributo dell'esperto. "I test nucleari hanno modificato il clima del XX secolo?": questa la domanda che dà il titolo al testo. Effettivamente, stando a quanto si legge, i ricercatori negli ultimi anni hanno studiato i possibili legami tra i test nucleari condotti negli anni Cinquanta e Sessanta e le variazioni del clima.
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Come scrive Mario Giuliacci su meteogiuliacci.it, la ricerca è stata portata avanti da un gruppo di studiosi dell’Università di Reading, in Inghilterra, e ha preso in esame i test nucleari condotti da USA e URSS negli anni Cinquanta e Sessanta con l'obiettivo di cercare "un legame con le oscillazioni dei principali parametri atmosferici, e in particolare con le piogge". Ma come è stato possibile? "Durante la ricerca, i cui risultati sono poi stati pubblicati sulla rivista scientifica Physical Review Letters, sono stati analizzati i dati sulla radioattività rilasciata nell’atmosfera dai test nucleari di quegli anni, per poi confrontarli con le osservazioni meteorologiche del tempo", racconta Giuliacci. I risultati? Questo gruppo di scienziati ha scoperto che "le radiazioni rilasciate dalle esplosioni nucleari, ionizzando l’aria (strappando cioè elettroni alle molecole d’aria), hanno reso l’atmosfera 'più elettrica', con inevitabili conseguenze sulla formazione di nuvole e piogge".
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Le esplosioni, dunque, avrebbero avuto serie conseguenze sulla frequenza delle precipitazioni. È il meteorologo Giuliacci a illustrare la spiegazione di tale conclusione: "In base ai dati raccolti e alle analisi degli studiosi, nelle giornate successive alle detonazioni si sarebbe infatti osservato un aumento della piovosità di circa il 24%. L’effetto si spiegherebbe proprio con la conseguente elettrizzazione dell’atmosfera, perché le cariche elettriche hanno la capacità di alterare i normali meccanismi attraverso cui, all’interno delle nubi, le goccioline d’acqua collidono tra loro, fino a formare delle più grandi e pesanti gocce di pioggia", afferma.