Fuori dal coro

Fuori dal coro, reporter aggredita fuori dalla moschea francese. Il racconto choc

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato lo stato di allerta dopo l'attentato del ceceno ventenne che ha ucciso un insegnante del liceo di Arras. Il giorno successivo, il museo parigino Louvre e la reggia di Versailles sono stati fatti evacuare per un allarme bomba. Dopo lo scoppio del conflitto tra Hamas e Israele, l'Europa ripiomba nell'incubo del terrorismo e forte è la preoccupazione che gli scontri che ormai quotidianamente avvengono nella Striscia di Gaza possano avere delle ripercussioni in tutto il mondo ma soprattutto in Occidente. E aumentano infatti i casi in cui gli inviati devono fare i conti fisicamente con questa tensione crescente. È il caso della reporter di Fuori dal coro Eugenia Fiore e del suo cameraman Andrea Grattarola, vittime ieri pomeriggio di una violenta aggressione a Roubaix, cittadina a due ore dalla Capitale francese, dove si erano recati per fare un servizio da mandare in onda nella prossima puntata della trasmissione di Mario Giordano. 

 

 

Tutto è successo intorno alle 17.30. Mentre la giornalista e il cameraman stavano effettuando una ripresa video, all'uscita dalla preghiera nella moschea As-Sounna, in rue de Tourcoing, i due sono stati prima avvicinati, poi accerchiati e infine aggrediti da un gruppo di uomini provenienti dalla moschea. "Mi hanno afferrata, buttata a terra e hanno iniziato a colpirmi. Mi hanno buttata per terra come se fossi un animale ma gli animali sono loro. Pensavo che essendo una donna non mi avrebbero aggredito così brutalmente, invece è successo lo stesso, è una sensazione che non ho mai provato in vita mia", ha raccontato a Il Giornale. "Eravamo davanti alla moschea per fare alcune riprese, c'erano tanti bambini con famiglie perché qui viene organizzata anche una scuola coranica. Era una situazione tranquilla quando d'improvviso si è avvicinato a noi un uomo, poi due e in breve siamo stati circondati. Abbiamo provato a parlare ma non è servito a nulla. Allora ho provato a scappare ma mi hanno inseguita gettandomi a terra, dandomi dei calci e rubandoci la telecamerina Osmo con cui avevamo fatto le riprese", ha continuato.

 

 

Ma non è tutto: "In caserma la polizia ci ha detto che è una moschea tenuta sotto controllo per problemi di radicalismo. I poliziotti ci hanno spiegato che se avessi avuto l'hijab non mi sarebbe successo nulla ma quelle persone considerano parte della città una zona loro, noi non sapevamo fosse un ghetto e siamo rimasti sconvolti di come la situazione sia degenerata dal nulla. Non eravamo dentro la moschea a fare le riprese ma in una strada pubblica", ha concluso la giornalista.