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Economia, balzano gas e petrolio: i primi effetti del conflitto nella Striscia di Gaza

Mario Benedetto
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L’attacco palestinese e l’acuirsi del conflitto nella striscia di Gaza si ripercuotono evidentemente sull’economia globale e sui suoi equilibri. Ripercussioni all’insegna di una parola d’ordine come instabilità. In primo luogo c’è il prezzo del petrolio che torna a crescere con rialzi che superano anche il 4% e prezzi che per il Wti hanno raggiunto gli 86,5 dollari al barile, per il Brent gli 88 dollari. Anche per il gas di riferimento europeo Ttf da evidenziare un rialzo del 12,49% che lo porta al costo di 43 euro al megawattora.

 

 

C’è poi il capitolo dei listini finanziari. Al momento a Milano il Ftse Mib ha perso lo 0,46%. Negative anche le Borse europee, con il Dax 30 di Francoforte che cede lo 0,66%, il Cac 40 di Parigi lo 0,55 e l’Ibex 35 di Madrid lo 0,89%. Più contenuta la flessione dell’Aex di Amsterdam, -0,1%.
Gli analisti iniziano a tratteggiare i prossimi scenari in un contesto internazionale già provato dall conflitto russo-ucraino . «L’attacco a sorpresa di sabato mattina del gruppo terroristico Hamas nei confronti di Israele ha mosso notevolmente i mercati finanziari sulla scia dei timori degli investitori su una possibile escalation degli scontri in Medio Oriente con il possibile coinvolgimento di più Stati (Libano e Iran in primis)» ha dichiarato Euro. 

 

 

È il costo al megawattora del gas di riferimento europeo Ttf che evidenzia un rialzo del 12,49% to Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia. Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, ha fatto invece un importante il suo riferimento a «beni rifugio come il dollaro Usa e l’oro, nonché il prezzo del petrolio. Saranno tre indicatori da tenere sotto attenta osservazione». C’è poi la voce autorevole di Goldman Sachs che esprima un certo livello di cautela nell’analisi e, rispetto al petrolio, considera «improbabile qualsiasi effetto immediato di ampia portata sull’equilibrio domanda-offerta a breve termine e sulle scorte di petrolio a breve termine, che tendono a essere il principale motore fondamentale dei prezzi del petrolio», spiegando che «nonostante l’elevata incertezza non c’è stato alcun impatto sull’attuale produzione globale di petrolio».

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