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Meloni sente Netanyahu: Italia al fianco di Israele. Rafforzata la sicurezza degli obiettivi sensibili

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 La situazione in Medioriente è bollente dopo gli attacchi sferrati da Hamas contro Israele. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sentito il premier israeliano Benjamin Netanyahu e ribadisce - fa sapere Palazzo Chigi - "la piena solidarietà del governo italiano per gli attacchi subiti e la vicinanza ai familiari delle vittime, agli ostaggi e ai feriti. Il governo lavorerà con i partner internazionali per coordinare il sostegno. L'Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento". Succede nel giorno in cui la premier decide di aderire "con convinzione all'appello del Foglio", dal titolo 'Israele siamo noi'. "Il terrorismo - spiega - non è mai giustificato e Israele ha il diritto di difendere se stesso e il suo popolo. Il sostegno del mio governo alla sicurezza di Israele è solidissimo".

Intanto, il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha inviato una circolare a tutte le questure d'Italia per la necessità di "rafforzare la sicurezza degli obiettivi" ritenuti sensibili di Israele e Palestina, presenti sul territorio italiano. La circolare è indirizzata agli Uffici di gabinetto e alle Digos. La sicurezza potrà essere "statica o dinamica" a seconda della valutazione che sarà fatta dell'obiettivo. Sotto attenzione ambasciate e consolati, ma anche i templi e le sinagoghe, le scuole e le aziende che lavorando con i territori in Medioriente interessati dalla guerra. Sotto sorveglianza anche gli aeroporti dove ci sono gli sportelli delle compagnie aeree interessate.

 

Dal canto suo, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, lancia un appello rivolto in particolare alle forze politiche e non solo: "Io credo che su questo tema di vicinanza a Israele e di condanna per questa forma di barbara violenza dovremmo essere tutti uniti, maggioranza e opposizione, istituzioni e cittadini, senza alcuna eccezione. Mi auguro che sia veramente così, anche se non ne sono sicurissimo". Secondo La Russa, "il contributo italiano prima di tutto deve mirare a una pace giusta. L'Italia e il mondo deve essere consapevole che non si tratta di una lotta che potrebbe avere giustificazioni morali di un popolo oppresso, i palestinesi. Qui pare senza dubbio che vi sia la mano degli 'Stati canaglia', a partire dall'Iran. Si tratta di operare perché prevalga non solo la pace, ma prima ancora la giustizia".

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, conferma che "al momento non abbiamo notizie negative" sugli italiani in Israele e a Gaza e ribadisce la linea: "Noi condanniamo l'invasione e l'attacco portato avanti da Hamas contro Israele", che "ha diritto a esistere e difendersi". Concetti che il titolare della Farnesina ha espresso nella telefonata con l'omologo israeliano, Eli Cohen. "Egitto, Giordania e Arabia Saudita - sottolinea Tajani - possono avere certamente un ruolo importante di mediazione. Mercoledì è in programma il mio incontro con il presidente egiziano Al Sisi. Al Cairo io chiederò di evitare una escalation e di fare in modo che ci sia una de-escalation".

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