Israele, l'analista Melman accusa gli 007: Hamas ammassava armi da giorni
L'attacco tremendo di Hamas è "un gigantesco fallimento per Israele", spiega Yossi Melman, analista militare, scrittore e giornalista israeliano esperto di Intelligence. I miliziani palestinesi hanno sferrato un massiccio attacco via aria, terra e acqua, sorprendendo quello che si riteneva uno dei più efficienti servizi di sicurezza al mondo. "Abbiamo consentito ad Hamas e all’Iran di dimostrare che siamo deboli", dice l'esperto israeliano a Repubblica secondo cui il 7 ottobre 2023 "è il giorno peggiore della nostra storia". Non solo per gli effetti dell'attacco - centinaia di morti, un migliaio di feriti, 50 o forse più ostaggi nelle mani dei terroristi - ma perché "l’intera macchina dello Stato ha fallito: l’intelligence che non ha saputo prevedere, i militari che non hanno reagito in modo efficace e perfino le strutture civili come gli ospedali che sono andati in tilt". Per Melman, ora il Paese è unito nella risposta all'attacco, ma dopo "ci sarà chi pagherà" per il flop dell'Intelligence, la "stampa farà inchieste" e "i responsabili pagheranno".
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L'attacco è arrivato a 50 anni e un giorno dallo scoppio della guerra del Kippur. Melman esclude che Hamas abbia scelto questa data in modo simbolico. Tuttavia "ci sono similitudini con il ’73: allora gli arabi si prepararono all’attacco fingendo esercitazioni militari". I segnali di attività sospette in Palestina però c'erano, e anche questa volta sarebbero stati sottovalutati: "Hamas da giorni conduceva false manovre per ammassare e far filtrare armi", rivela l'esperto. Ma perché la rete di difesa che si avvale di alta tecnologia non ha funzionato? Per Melman ha avuto un peso la presunzione che il gruppo terrorista non avrebbe avuto i mezzi per innescare una guerra.
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"Nulla ha funzionato, i terroristi sono penetrati per chilometri indisturbati. L’intera catena di comando militare e civile non ha agito come avrebbe dovuto", commenta lo scrittore che crede in un "evidente coordinamento" di Hamas "con l’Iran. Potrebbe trattarsi di un test: studiare la reazione di Israele a una guerra", è l'ipotesi preoccupante. L'esperto spiega inoltre che l'attacco sia stato anche una sorta di "segnale mafioso" di Teheran all'Arabia Saudita: non dialogate con Israele.