Israele, "chi c'è dietro l'attacco di Hamas". Morris Mottale non ha dubbi
Chi c'è davvero al violentissimo attacco palestinese a Israele di sabati 7 ottobre, a 50 anni dallo scoppio della guerra dello Yom Kippur? Per Morris Mottale, professore di politica internazionale e sicurezza alla Franklin University di Lugano, si tratta di un’azione orchestrata dall’Iran che ora rischia di degenerare ulteriormente con l’apertura di un fronte tra Israele e il Libano. È questa la chiave di lettura che l'esperto dà dell’attacco su larga scala di Hamas contro Israele. «Bisogna riconoscere che gli iraniani che hanno organizzato l’attacco. È nel loro interesse», spiega Mottale in un’intervista all’Adnkronos, nella quale evidenzia come i politici della Repubblica islamica siano «astuti» e pronti a sacrificare sull’altare della guerra allo Stato ebraico «fino all’ultimo arabo, fino all’ultimo palestinese» oltre ad avere «un interesse strategico nel distruggere Israele perché lo delegittima» agli occhi dei Paesi arabi che vogliono far la pace con Tel Aviv.
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Recentemente, ricorda Mottale, il comandante militare di Hamas, Mohammad Deif, è stato a Teheran. Inoltre, evidenzia, la guerra a Gaza distoglie anche l’attenzione degli occidentali dai problemi interni dell’Iran, dalla repressione delle proteste agli abusi contro le donne. Insomma per i mullah, forti anche dell’alleanza con Cina e Russia, quanto accade a Gaza apre scenari «vincenti sotto tutti i punti di vista». Ora, prosegue il docente, è possibile che possa aprirsi anche un fronte nel nord Israele con Hezbollah, dal momento che il Libano è un «satellite» della Repubblica islamica. «Molti si aspettano che cominci una guerra anche con il Paese dei cedri», ritiene Mottale, secondo cui non è un caso che Israele bombardi «ogni settimana» obiettivi militari in Siria: lo scopo è quello di fermare le forniture di armi che dall’Iran, attraverso il Paese di Assad, arrivano in Libano a Hezbollah, movimento sciita alleato di Teheran.
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Secondo Mottale, l’attacco sferrato questa mattina dalla Striscia di Gaza potrebbe essere anche la pietra tombale sul processo di normalizzazione in corso tra Israele e l’Arabia Saudita. «Dopo quanto accaduto - spiega - Israele sarà costretto a combattere i palestinesi nella Striscia di Gaza ed i sauditi saranno costretti a interrompere il processo di pace». Il professore conclude sostenendo che la guerra si fermerà quando Hamas e Hezbollah, che sono «organizzazione paramafiose», riceveranno soldi. Si tratta di una sorta di «corruzione», conclude.