Migranti, stangata per Open Arms: multa e fermo amministrativo
Uno stop necessario per ricordare che le regole valgono per tutti. Anche per i paladini della sinistra italiana. Fermo amministrativo di venti giorni e una multa da 3 a 10mila euro per la Open Arms. Al termine dello sbarco a Marina di Carrara dei 176 naufraghi soccorsi sabato scorso in acque internazionali in tre diverse operazioni il capitano della nave umanitaria e la capo missione “sono stati ascoltati per oltre sei ore dalle autorità competenti per una ricostruzione di quanto avvenuto durante la missione”. Al termine del colloquio, come ricorda l'agenzia di stampa AdnKronos, è scattato il fermo e la multa.
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Sabato scorso Open Arms ha effettuato tre diverse operazioni di soccorso in acque internazionali. A bordo delle prime due imbarcazioni c'erano 33 e 36 persone, “viaggiavano in condizioni di pericolo e senza equipaggiamento di salvataggio”, dicono dall'ong. Dopo aver terminato i primi due soccorsi e aver ricevuto l’indicazione del porto da parte delle autorità italiane, la nave umanitaria avrebbe ricevuto un mayday da Seabird, il velivolo di ricognizione di Sea-Watch, “sovraffollata e in pericolo. Il velivolo ci informava che la Open Arms era l’assetto navale più vicino all’imbarcazione in pericolo e che non c’erano altri assetti nelle vicinanze - spiegano dall'ong -. Abbiamo, dunque, informato le autorità competenti e ci siamo diretti verso il target che era a circa 20 miglia dalla nostra posizione (2 ore circa di navigazione). Riteniamo davvero inaccettabile dover subire un secondo fermo per aver fatto il nostro dovere, per aver cioè rispettato le convenzioni internazionali e il diritto del mare. Ricordiamo che è dovere del capitano di qualunque imbarcazione prestare soccorso a naufraghi in pericolo di vita e che l’omissione di soccorso è quella sì un reato grave punibile dalla legge. Tutte le persone soccorse erano in condizioni di estrema vulnerabilità, provate fisicamente e psicologicamente. Tantissimi i ragazzi tra i 14 e i 16 anni soli, molto provati dal viaggio, dalle violenze subite e dal fatto di essere lontani dalle proprie famiglie”.
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Chissà, se anche stavolta, gli assessori della Regione Toscana, Monia Monni e Serena Spinelli esprimeranno “solidarietà e gratitudine” alla Ong come nello scorso agosto, quando l'organizzazione fu al centro di una vicenda pressoché identica.
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