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Carburanti, pieno più caro in Italia: la stangata rispetto alla media Ue

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Gianluca Zapponini
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Ad agosto, per un pieno di 50 litri di benzina gli italiani hanno pagato 11 euro in più della media europea, aggravio quasi totalmente dovuto alla componente fiscale. Non che si sentisse il bisogno di ricordarlo il peso del fisco su ogni litro di carburante. Il rischio è quello di farsi venire una fitta allo stomaco, come quelle che colpiscono il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quando gli si parla di Superbonus. Ebbene, ipotizzando una media di quattro pieni nel mese, i consumatori italiani hanno investito 388,2 euro, oltre 45 euro in più della media europea, di cui più di 44 euro di imposte. Queste le cifre fornite dalla Faib Confesercenti in occasione dell’assemblea per i 60 anni dell’organizzazione nel rapporto «Il mercato petrolifero e le sfide della distribuzione dei carburanti».

 

 

Da un confronto europeo, spiega la Faib, emerge uno stacco dell’Italia di segno positivo sul prezzo al consumo: nella media gennaio-luglio, questo è di +22,4 centesimi di euro al litro per la benzina e +18,3 centesimi al litro per il gasolio, il più alto dal 2018. Lo stacco è determinato principalmente dalla componente fiscale. Nel 2022 si è registrato un forte aumento dei prezzi della benzina e del gasolio, sia industriali, rispettivamente del 56% e del 76%, rispetto all’anno precedente, sia al consumo (+11% e +22%). Ora, per alleviare l’impatto dei rialzi, il 21 marzo 2022 il decreto-legge del governo Draghi denominato «Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina» ha previsto un intervento sul prezzo dei carburanti: sono state così ridotte le accise su benzina e gasolio di 0,25 euro/litro, con un effetto complessivo con l’Iva pari a 0,305 euro/litro e sul Gpl di 0,085 centesimi, con un effetto di 0,104 euro/litro. Ma a partire dal primo gennaio 2023 il regime di accise è tornato a quello precedente il 22 marzo 2022, ed i prezzi al consumo dei carburanti sono tornati a salire.

 

 

In particolare, nel mese di agosto, i prezzi dei carburanti sono aumentati del +9,5% (benzina) e +2,7% (gasolio), rispetto allo stesso mese del 2022. Nello stesso giorno il ministro per le Imprese, Adolfo Urso, in prima linea nella lotta alla corsa dei prezzi, è tornato sulla possibilità di una accisa ma mobile. «Ovviamente bisogna comprendere, il ministero dell’Economia, e dell’Ambiente, quando essa dovesse eventualmente scattare e c’è una visione complessiva del governo se fronteggiare, ove ve ne fosse necessità il caro carburanti con l’accisa mobile o se farlo con altri strumenti. In tutto questo per coerenza e rispetto dei cittadini e del Parlamento, ci sarà una riflessione del governo su cosa fare ulteriormente per il settore energetico a cominciare dalla Nadef».

 

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