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Campi Flegrei, rischio eruzione. Ingv: "Due scenari possibili", cosa succede
Cosa succede ai Campi Flegrei? Le recenti scosse hanno fatto alzare l'allerta per l'area vulcanica sul golfo di Pozzuoli, a ovest di Napoli, e un'eruzione è tra gli scenari possibili, insieme a quella di una evoluzione del "bradisismo". A confermare che la situazione è preoccupante è il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia Carlo Doglioni, nel corso di una audizione alla commissione Ambiente della Camera. Come detto gli scenari sono due. Iil peggiore è un'eruzione simile a quella del 1538: "È un'evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo", ha detto l'esperto. Lo scenario meno critico "è una situazione analoga alla crisi del 1982-84", una crisi bradisismica, termine che indica una deformazione del suolo che va avanti nel tempo. Nell'82 durò "due anni poi si è fermata", mentre "al momento lo scenario più critico è un'eruzione come quella del Monte Nuovo" del 1538. Il presidente dell'Ingv spiega che "non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale". Inoltre "è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano".
Le scosse e i movimenti del suolo hanno avuto un accelerazione negli ultimi mesi. "per quanto ne sappiamo il magma è ad una profondità di oltre 5-6 chilometri quindi distante dalla superficie anche se, nel caso dovesse trovare vie di fuga per una risalita, i tempi sarebbero estremamente rapidi, nell'ordine delle ore", ha spiegato Doglioni. "c'è da prestare massima attenzione a questo fenomeno. Stiamo verificando quale può essere la variazione dei gas emessi, significativa di una eventuale evoluzione. Chiaramente siamo estremamente preoccupati nel senso che è massima l'attenzione e quello che vedremo nelle prossime giornate ci dirà un po' quello che è il trend. Anche se sono fenomeni che non si esauriscono nell'arco di pochi giorni", ha detto esperimento preoccupazione per come si può evolvere la situazione. A proposito, ha spiegato che in questo scenario potrebbero verificarsi anche "piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma, ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni". È un processo in evoluzione: "In questo momento non vediamo la fine", ha detto il capo dell'Ingv.