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Campi Flegrei, scossa più forte in 40 anni. Ingv: "Come sta evolvendo"
La scossa magnitudo 4.2 che si è verificata alle 3:35 di mercoledì 27 settembre ai Campi Flegrei è il maggiore evento sismico degli ultimi 40 anni, avvenuto durante uno sciame cominciato martedì mattina alle 5 e caratterizzato da 60 eventi di intensità inferiore. Secondo Mauro Antonio Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il sisma odierno "si inquadra nella dinamica bradisismica, che negli ultimi giorni ha subito una lieve accelerazione", vale a dire che "il processo sta continuando e la velocità di sollevamento del suolo si sta leggermente intensificando".
In una nota pubblicata dall'Osservatorio Vesuviano si spiega che il terremoto di magnitudo maggiore è avvenuto nell’area compresa tra Bagnoli e Pozzuoli, ad una profondità di 2.7 km. Di Vito ribadisce: “La dinamica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell'Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile. I parametri geofisici e geochimici analizzati, sia in pozzo che nelle emissioni idrotermali, indicano il perdurare della dinamica in corso, con sollevamento del suolo, che presenta nell’area di massima deformazione al Rione Terra una velocità media di circa 15 mm/mese dagli inizi del 2023, in lieve incremento negli ultimi giorni, e assenza di variazioni geochimiche significative nell’ultima settimana".
"Anche l’analisi dei dati di deformazione planimetrica del suolo non mostrano variazioni significative rispetto alla caratteristica forma radiale dall’area centrale di Pozzuoli. Allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità", conclude.