Messina Denaro, il fratello del piccolo Giuseppe Di Matteo: "Nessun sollievo"
La Procura dell’Aquila, d'accordo con quella di Palermo, ha deciso di disporre "l’autopsia sulla salma di Matteo Messina Denaro", morto nella notte nell'ospedale de L'Aquila. Il bosso mafioso tuttavia, si legge nella nota della procura abruzzese, era "persona notoriamente afflitta da gravissima patologia" e "l’apertura di un procedimento è atto tecnico necessario per procedere a tale incombenza". Intanto sono iniziati gli adempimenti burocratici per la richiesta di trasferimento della salma del boss dall’ospedale dell’Aquila a Castelvetrano (Trapani), dove sarà sepolto. Per questi adempimenti c’è all’Aquila l’avvocata Lorenza Guttadauro, che è nipote del capomafia e che si trova in città da diverse settimane, da quando le condizioni del boss sono precipitate.
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Messina Denaro, ultimo stragista di Cosa nostra, è morto in carcere al regime del 41 bis come Totò Riina a Bernardo Provenzano. "Ancora devo metabolizzare la notizia. Con sé si porta dietro tanti segreti. Ero certo che non avrebbe collaborato", ha detto all’Adnkronos Nicola Di Matteo, fratello di Giuseppe, il bambino strangolato e poi sciolto nell’acido, su ordine, tra gli altri, di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato, e Matteo Messina Denaro, nel giorno della morte dell’ex primula rossa. Nelle ore immediatamente successive all’arresto del padrino di Castelvetrano, avvenuto lo scorso 16 gennaio a Palermo, Di Matteo aveva spiegato: "Mi auguro che possa vivere il più a lungo possibile per avere una lunga sofferenza, la stessa che ha imposto a mio fratello, un ragazzino innocente". Oggi la notizia della fine del capomafia nell’ospedale de l’Aquila dove era ricoverato da agosto non gli provoca "nessun sollievo". "Da credente non avrei potuto augurargli la morte. Non si può augurarla a nessuno se si ha un pò di umanità, ma se fosse rimasto in vita sofferente avrebbe forse capito il dolore enorme che ci ha inflitto".
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Ai magistrati che lo interrogavano lo scorso febbraio Messina Denaro, a proposito dell’omicidio del piccolo Di Matteo, spiegò: "Una cosa fatemela dire: forse è la cosa a cui tengo di più. Io non sono un santo, ma con l’omicidio del bambino non c’entro". Ma per Nicola Di Matteo "il perdono è impossibile". "Sono tutti imperdonabili. Tutti. Lo sono per mia madre soprattutto, ma anche per me", dice.