Guerra aperta tra Ryanair e il governo. “Dati spazzatura”, Enac al contrattacco
Enac (l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) risponde per le rime alle accuse di Ryanair. L’amministratore delegato della compagnia low cost, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’offerta invernale della compagnia tenutasi a Milano, ha inveito contro il decreto caro voli voluto dal governo di Giorgia Meloni. Secondo Michael O’Leary si tratta di un “decreto illegale, inapplicabile, stupido e basato su dati spazzatura, consigli falsi e inaccurati di Enac”, che sarà presumibilmente “respinto da Bruxelles” e che “provocherebbe l’effetto opposto”. La replica del presidente dell’ente Pierluigi Di Palma non si è fatta attendere e, in un’intervista concessa a Repubblica, ha tuonato contro Ryanair che a suo dire starebbe “esercitando pressioni indebite sul governo italiano”.
Ryanair insofferente alle regole: dal governo lo schiaffone alla compagnia
“Non voglio replicare perché scenderei al loro livello, ma prendo atto dell’arroganza della compagnia irlandese”. Esordisce così il numero uno di Enac. Nel triangolo guerrafondaio tra Ryanair, Enac e Palazzo Chigi, il ruolo decisivo potrebbe svolgerlo un quarto incomodo. L’Unione Europea, come conferma anche Di Palma, “garantisce alle compagnie aeree la libertà di stabilire i prezzi che considerano giusti. E io mi batto da sempre perché questo diritto sia garantito a tutti i vettori”. C’è un però: “Sopra il Regolamento, ci sono i Trattati dell’Ue, che sono la Carta costituzionale dell’Europa. E questi Trattati stabiliscono il diritto alla mobilità delle persone. Un diritto che l’attuale situazione del mercato sta comprimendo, ingiustamente”. Insomma, con questi prezzi che abbiamo visto quest’estate, solo una parte della popolazione si può permettere di volare. E non è una condizione accettabile. “Il volo sta diventando un privilegio riservato solo ai ricchi”, sentenzia l’intervistato.
È guerra aperta tra Ryanair e il governo: “Ora basta, si cambia”
Il problema vero è che “i voli sono ancora troppo pochi mentre la domanda è esplosa, e questo spinge ancor di più i prezzi verso l’alto”. O’Leary ha peraltro minacciato di tagliare “un 10% di voli domestici dalla Sicilia questo inverno e sposteremo questi voli su rotte internazionali”, se il decreto caro voli andrà in porto. Ma è soprattutto nelle tratte verso la Sardegna e la Sicilia che i prezzi sono aumentati a dismisura. Secondo l’opinione del presidente Enac, “sono solo dispetti”. Anzi, “tagliano laddove avrebbero tagliato comunque, a prescindere dal decreto sul caro voli. Perché non riducono le destinazioni anche a Milano o Bergamo? Lì volano e voleranno ancora perché hanno troppa convenienza a farlo”. Come si può risolvere allora la questione? “Vengano da noi dell’Enac: capiranno che siamo bravi, flessibili e disponibili a firmare un accordo anche in dieci minuti. Altrimenti un’intesa può essere sottoscritta davanti all’Autorità Antitrust”.
"No ai ricatti": la dura risposta di Cgil e Uil a Ryanair dopo il taglio dei voli