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Campi Flegrei, le conseguenze di un'eruzione del vulcano sotterraneo. E' scattata l'allerta gialla

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Il terremoto registrato il 7 settembre ai Campi Flegrei ha riacceso il dibattito sul vulcano sotterraneo più grande del continente. A specificare quali conseguenze potrebbe avere un’eventuale eruzione ci ha pensato Ivan Sunyé Puchol, ricercatore di geologia e vulcanologia de La Sapienza, che è stato intervistato dal Messaggero: “È un vulcano attivo e dunque prima o poi è certo che ci sarà un'eruzione. Tuttavia non sappiamo quando, né in quali modalità potrebbe manifestarsi. Dal 2017 i geologi hanno registrato un aumento della sismicità nella zona, così come della quantità di Co2 e altri gas esalati. In tutta l'area, la crosta terrestre si sta innalzando di qualche millimetro l'anno, ciò dimostra che c'è una grande quantità di magma che sta fluendo sottoterra. Il livello di allerta dell'area è passato da ‘verde’ a ‘giallo’. Significa che ci sono dei segnali che indicano un'intensa attività sotterranea, ma che non bastano a dare per certa un'eruzione in tempi brevi”.

 

 

L’esperto traccia due possibili scenari per i Campi Flegrei: “La prima ipotesi è che l'attività sotterranea diminuisca spontaneamente e il vulcano ‘torni a dormire’ per altri decenni. La seconda, è che potrebbe verificarsi ‘un'eruzione di un cono monogenetico’ come l'ultima avvenuta nella zona, nel 1538. Non possiamo dire se avverrà in tempi brevi o tra centinaia di anni. Nel caso avvenisse un’eruzione, potrebbe essere simile a quella del Monte Nuovo (l'ultima eruzione dei campi Flegrei, 500 anni fa), del tipo stromboliana con componente freatomagmatica (paragonabile a quello recente di Las Palmas). Potrebbe crearsi anche una colonna eruttiva come quella che abbiamo visto a Las Palmas, e le ceneri, trasportate dai venti potrebbero arrivare a decine di chilometri, anche a Napoli. Come succede in Sicilia, quando l'Etna erutta e a Catania piove cenere”.

 

 

La domanda su possibili preoccupazioni dopo l’ultima scossa di terremoto sorge spontanea: “No, la situazione dei Campi Flegrei è – sentenzia Sunyé Punchol - costantemente monitorata e l'Italia è un paese all'avanguardia nel controllo dei fenomeni geologici. Ci sono moltissimi esperti e la rete INGV al lavoro sul vulcano dei Campi Flegrei e in caso di allerta sarebbero attivati specifici protocolli che sono già stati studiati”.

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