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Kata, spunta la pista dell'errore. "Scambio di persona": cosa trapela

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Non si è ancora fatta luce sulla scomparsa di Mia Kataleya Chicclo Alvarez, la piccola di 5 anni scomparsa a Firenze. Il giallo, che si infittito giorno dopo giorno nel corso dell'estate, non sembra trovare risposte certe. Secondo una delle ultime notizie, la piccola sudamericana di cui si sono completamente perse le tracce da ben 83 giorni, sarebbe stata rapita e portata in Perù. Mesi di ricerche e di indagini, avvistamenti e tante ipotesi, ma ancora nessun risultato concreto. L'ultima pista seguita include una partita di cocaina, discorsi fatti nelle carceri del Perù e l’ipotesi di uno scambio di bambina. 

 

 

Con l’intenzione, da parte dei pm della procura di Firenze, di richiedere una rogatoria (non ancora formalizzata) per procedere ad alcuni interrogatori in Perù, si apre una nuova pista. Come si legge sul Corriere della Sera, nel 2022, un trafficante di droga peruviano subì una perquisizione da parte della polizia nel suo appartamento. In quella casa veniva nascosta una grande partita di cocaina. Droga che non era ancora stata pagata. Alla fine di un blitz, la cocaina venne sequestrata e il trafficante arrestato. Il fatto e quell'appartamento non sono in alcun modo legati alla famiglia e alle vicende di Kata. 

 

 

Tuttavia, si inserisce in quella storia una madre con una figlia piccola che, dopo aver abitato nell'appartamento di cui si è sopra parlato, inizia a vivere proprio nell'Astor occupato. Nel momento in cui Kata sparisce nel nulla, qualcuno collega la vicenda della partita di cocaina alla piccola di 5 anni dal triste destino. E se avessero voluto punire quella donna, ma avessero preso Kata per errore? È questo l'interrogativo che sta circolando. Nelle prigioni del Perù qualcuno potrebbe saperne di più. C'è un altro fatto che attira l'attenzione: lo zio paterno di Kata e il pusher della partita persa sono stati portati nello stesso penitenziario. "La bambina è stata l’ultima a giocare con Kata all’Astor e per questo è stata sentita più volte dagli inquirenti con l’aiuto della psicologa. La Procura sta adesso valutando se chiedere una rogatoria per ascoltare il detenuto e tutti gli altri familiari di Kata che vivono in Perù", si legge sul quotidiano. 

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