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Kata in Perù, il sospetto sulla bimba scomparsa. Cosa chiedono gli investigatori

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Christian Campigli
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Una matassa che inizia, piano piano, a dipanarsi. Il giallo dell'estate, che tra mille "non so", "forse”, “non sono sicuro" e troppi "non ricordo" si sta risolvendo. Una tesi investigativa che il nostro giornale, per primo e in esclusiva, aveva raccontato più di 1 mese e mezzo fa. Kata, la bambina sudamericana di 5 anni, scomparsa lo scorso 10 giugno a Firenze, sarebbe stata rapita e portata in Perù. La Procura di Firenze è ormai a un passo da iniziare le pratiche (tutt'altro che semplici e veloci) per una rogatoria internazionale. Un passaggio burocratico indispensabile per poter iniziare una serie di interrogativi considerati "decisivi" per arrivare a dama. E scoprire la verità.

 

 

 

La bimba sarebbe stata rapita per errore. Per una vendetta da attuare contro una persona (sulla quale c'è ancora il massimo riserbo) al centro di un traffico di droga internazionale. Il clamore mediatico del rapimento avrebbe suggerito ai malviventi di attendere qualche settimana prima di restituire Kata ai nonni. Per poi farla tornare in Italia, dal padre e dalla madre. "Tutte le piste investigative portano nella stessa direzione - racconta una nostra fonte - Kata sarebbe viva e sarebbe stata portata in Perù. Sui motivi ci sono due teorie: una, quella più accreditata, secondo la quale si sarebbe trattato di un tragico errore. La seconda punta a una vendetta nei confronti dello zio della piccola. Per motivi ancora non ben chiariti ma che certamente hanno a che fare con l'ingresso di cittadini peruviani in Europa, in Spagna, Francia e Italia in particolar modo". Dopo mesi di silenzi, uno squarcio di luce nel buio che ha inghiottito la piccola Kata. 

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