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Roberto Mancini, l'Arabia Saudita entra nei Brics: addio petroldollari

Gianfranco Ferroni
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L’Allargamento dei Brics con altre sei nazioni, ovvero Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti «rappresenta un nuovo capitolo nella collaborazione dei Paesi emergenti e in via di sviluppo», ha detto il presidente cinese Xi Jinping nel corso della conferenza stampa finale del summit dei Brics, in Sudafrica. La notizia, a questo punto, è che Roberto Mancini allenerà la nazionale di uno stato che ha scelto di far parte del gruppo dominato dalla Cina, dalla Russia, dall’India, dal Brasile e dal Sudafrica. Paesi che, secondo quanto è stato raccontato da Luiz Inácio Lula da Silva, intendono introdurre una moneta comune che possa permettere al gruppo delle nazioni Brics di non ricorrere al dollaro americano per effettuare gli scambi.

Una vera e propria rivoluzione, quella di cambiare la moneta di riferimento, senza dimenticare che questo obiettivo è condiviso da Pechino, che avrebbe intenzione di favorire un maggior utilizzo della propria valuta. Anche se nelle relazioni bilaterali sono aumentate le transazioni in renminbi, la moneta cinese fino ad ora non è riuscita a diventare un rivale del dollaro statunitense. L’ipotesi lanciata da Lula, quella di pensare una nuova moneta unica, alla fine riguarda anche Mancini: il suo contratto oggi è stato previsto in dollari, in futuro qualcosa potrebbe cambiare con l’ingresso dell’Arabia Saudita nel gruppo delle nazioni Brics. Chissà se l’ex commissario tecnico della nazionale italiana si è premurato di garantirsi da un eventuale rischio legato ai cambi, anche sulle valute ancora non esistenti...

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