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Violenza Palermo, l'asta horror su Telegram: "Pago bene per il video"
Il caso dello stupro di gruppo perpetrato alla 19enne nella zona del Foro Italico di Palermo ha sconvolto l’opinione pubblica. La gravità del fatto ha anche attirato la curiosità di molti di saperne di più. E spesso, purtroppo, anche oltre i confini della privacy e del pudore. La notizia riportata dal Corriere della Sera, infatti, svela un retroscena inquietante. Sul web e sui social, in particolare Telegram dove possono circolare liberamente anche contenuti inadatti a un certo pubblico, si è scatenata una “caccia morbosa” al filmato che riprende la violenza di gruppo. Ma partiamo dal principio di questa triste storia: il video, che nella sua versione integrale dura circa 20 minuti, è stato girato dal principale conoscente della vittima.
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E ci sono voluti solo pochi giorni dalla notizia affinché si generasse un vortice di sdegno, misto a macabra curiosità, che portasse a una massiccia richiesta di visionare quel filmato. Addirittura, si legge su una delle due chat da più di duemila persone in totale, c’è chi è disposto a tutto per averlo: “Pago bene, quel video…”. Sul caso è intervenuta la polizia postale, che sta tentando di “monitorare la situazione”, anche se “spesso è anche difficile far rimuovere certi contenuti sul web”.
Intanto il caso si è rapidamente preso la scena mediatica. E con l’informazione nell’era dei social accadono situazioni imponderabili e complicate da gestire, che non fanno altro che generare altra polvere sul polverone originario. E allora succede anche che le testimonianze dell’interrogatorio di uno degli indagati appaiano sul profilo social a lui intestato ancor prima che l’interrogatorio abbia luogo. Ma se lui è in carcere, come fa a occuparsene? Beh, ci penserebbro i suoi amici, che scrivono che è “stato trascinato dagli altri del gruppo, e per colpa loro ora la sua vita è rovinata”. Non solo, addirittura, si legge “con che coraggio si insultano gli innocenti”. Ma non è l’unico caso di malagestione dei social, visto che è stato creato un profilo falso nel quale il ragazzo minorenne coinvolto nello stupro, appena uscito dal carcere, scriveva: “C’è qualche ragazza che stasera vuole uscire con noi?”. Solo un fake, per fortuna.