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Meteo, El Niño pronto a colpire. Quando e dove si rischiano "tempeste tropicali"

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El Niño  è pronto a colpire. Secondo quanto riportato dagli esperti di IlMeteo.it, già da settembre questo fenomeno meteo-climatico, che comporta un riscaldamento dell'Oceano Pacifico centrale e orientale, potrebbe anticipare di tre mesi rispetto al previsto. Per quale motivo questa notizia dovrebbe destare preoccupazione? È bene sapere che El Niño può avere delle ripercussioni importanti sulle condizioni del tempo, modificando la circolazione globale e immettendo nuovo calore nell'acqua dei mari e degli oceani. Perché ci riguarda? Gli effetti di questo riscaldamento fuori dal comune si sentiranno anche sull'Italia in termini di precipitazioni e di temperature.

 

 

Come ricorda IlMeteo.it, El Nino significa “il bambino”. Il motivo di questo nome bizzarro? "L'anomalia termica raggiunge in genere il suo apice verso il periodo del Santo Natale, ovvero proprio quello della nascita del Bambin Gesù". Come spiega il team di esperti, "si tratta di un fenomeno su larga scala, osservato sulla superficie dell’Oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale e capace di influenzare le condizioni meteo-climatiche globali". I meteorologi chiamano questa variazione ENSO (El Niño-Southern Oscillation) e affermano che i cicli di questo fenomeno durano dai 2 ai 6/7 anni. Ma capiamo meglio. "La Niña ed El Niño sono rispettivamente un raffreddamento e un riscaldamento della superficie oceanica. Durante un episodio di Niña, le acque risultano di 1/3 gradi più fredde del normale, mentre nelle fasi di Niño sono di 1/3 gradi più calde", si legge sul sito. 

 

 

C'è però un'anomalia. Negli ultimi due anni è stata La Niña a dominare la scena a livello planetario e, secondo lo schema classico, le temperature a livello globale sarebbero dovute calare. Al contrario, il 2022 è stato l'anno più caldo di sempre e la prima parte dell'estate 2023 ha fatto registrare valori record con punte fino a 48°C anche in Italia. La riflessione che ne consegue è elementare. Come scrivono gli esperti, "il riscaldamento climatico in atto, provocato in parte anche dalle attività antropiche, gioca ormai un ruolo così importante da annullare gli effetti di questi immensi meccanismi climatici". Intanto la NOAA, l’agenzia statunitense che si occupa di dinamiche oceaniche e atmosferiche, ha appena annunciato che le acque superficiali dell’Oceano Pacifico si stanno scaldando oltre le aspettative e quindi El Niño è più che confermato. Quali potrebbero essere le conseguenze di questo fenomeno meteo-climatico? Stando a quanto affermato dai meteorologi, ci si potrebbe aspettare, già dal prossimo settembre, una maggiore spinta dell'anticiclone africano. Inoltre, si potrebbe sviluppare Medicane, "ossia violente perturbazioni che si formano quando una bassa pressione viene alimentata dalle acque calde del Mediterraneo e sviluppa caratteristiche da tempesta tropicale". Quindi forti piogge e forti raffiche di vento. 

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