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Roma capitale mondiale delle spie. “Semplicemente perfetta”, 007 ovunque

Luca De Lellis
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È Roma la nuova casa degli uomini delle diverse intelligence mondiali. Nel retroscena raccontato da Repubblica, a firma Gianluca Di Feo, si legge “che dalla fine degli anni Novanta” la capitale si è imposta come centro di gravità permanente internazionale delle spie. Il motivo alla base di questo trasferimento nel centro Italia degli 007, ai quali prima piaceva sostare a Vienna e Budapest, è presto detto. E cioè che l’Urbe “è semplicemente perfetta” per mimetizzarsi tra il perenne flusso di turisti che caratterizza la città. Come disse un ex operativo della Cia, qui “non c’è bisogno di nascondersi”. Tutt’altro: “Avete presente quelle trattorie dove i camerieri fanno sedere a caso gli stranieri uno accanto all’altro in lunghe tavolate? Sono l’ideale per stabilire contatti o scambiare documenti”.

 

 

Addirittura, il quotidiano riferisce un episodio talmente cruciale da rappresentare “l’esordio della nuova Guerra Fredda”, registratosi tra i tavoli dei locali che caratterizzano le viuzze trasteverine. Di cosa si tratta? Nel 2016 venne arrestato in flagrante, di fronte a turisti e autoctoni, Frederico Carvalhao Gil, figura di spicco degli apparati di sicurezza portoghesi mentre vendeva documenti top secret della Nato agli emissari della Russia, da un paio d’anni tornata a rappresentare una forte minaccia dopo l’occupazione della Crimea. Ma non solo. Anche altre vicende testimoniano la massiccia presenza dei servizi segreti a Roma. L’ultima in ordine cronologico la ricordiamo tutti, ed è quella che ha visto la morte di 3 agenti dell’intelligence, due italiani e uno israeliano, in una festa in barca sul lago Maggiore, che rappresentava “l’epilogo di una missione congiunta italo-israeliana di contro-proliferazione per fermare il traffico di armi apocalittiche”.

 

 

Diverse altre dinamiche appunto, segrete, sono rimaste fuori dai riflettori. Come quella volta che fu evitato un “ricatto sessuale contro un prelato venezuelano in visita al Vaticano: un tentativo di screditare la Chiesa che si opponeva al regime bolivariano di Caracas”. Si dice che tutte le strade portano a Roma. Sembra che gli agenti dei servizi abbiano preso alla lettera questo proverbio.

 

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