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Segre-Seymandi, chi ha ragione? L'esperto di diritto di famiglia spiazza tutti

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È una questione spinosa, anche in punta di diritto. Il video in cui Massimo Segre, banchiere molto noto a Torino, annuncia la fine della relazione con la compagna Cristina Seymandi alla fine della festa per la proposta di matrimonio, accusandola di presunti tradimenti con almeno due persone (un avvocato e un imprenditore di cui non ha fatto i nomi) divide l'Italia. Una vendetta giustificata o una violenza perpetrata ai danni della donna? Le opinioni che si leggono sui social e sui giornali vanno verso questi due estremi, con varie sfumature nel mezzo. Nelle scorse ore si è parlato anche di una possibile denuncia da parte della donna, commercialista col pallino della politica, legata a Segre anche dal punto di vista lavorativo. Ma a sentire il parere dell’avvocato Davide Piazzoni, esperto in diritto di famiglia e diritti della personalità e cofondatore di Flin, Family lawyers international network, raccolto dal Corriere della sera Seymandi non avrebbe la strada spianata in tribunale. Anzi, potrebbe a sua volta subire un'azione legale a sua volta. 

 

Ma cosa dice il legale? Si parte dal discorso letto da Segre, che secondo le voci potrebbe essere scritto da un legale. Riguardo al contenuto "si potrebbe parlare di danno da illecita diffusione di dati personali" spiega  Piazzoni, ma una eventuale causa "sarebbe comunque una montagna da scalare". Si tratta innanzitutto di "provare che la reputazione e l’immagine sociale e interiore della signora sono stati profondamente lesi". Inoltre "i conviventi non hanno obbligo di fedeltà" a differenza dalle coppie sposate. 

 

Un ambito delicato. C'è un obbligo morale? Da stabilire. Poi c'è la questione della promessa di matrimonio: "Nel caso, il danneggiato sarebbe lui, se i fatti fossero provati". L'avvocato fa emergere poi un aspetto finora non analizzato. Segre non ha offeso o insultato la ormai ex compagna. "Qual è la reputazione lesa? Perché il rischio è di andare verso un latente sessismo", sottolinea Piazzoni. Insomma, la donna è libera, argomenta, oopure "deve essere sostanzialmente angelica, e nel momento in cui le dico che non lo è, a quel punto ledo la sua reputazione?". 

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