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Migranti, altro tragico naufragio al largo di Lampedusa. E l'Ue resta a guardare

Christian Campigli
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Una nuova, inaccettabile tragedia. Nell'indifferenza dell'Unione Europea, che impone l'accoglienza ad ogni costo, salvo poi non mettere in campo alcuna politica per fermare gli sbarchi. E le morti in mare. Ancora un naufragio nel Canale di Sicilia dove quarantuno migranti - secondo quanto riferito dai sopravvissuti - avrebbero perso la vita a bordo di un barchino, salpato dalla Tunisia. Solo quattro i migranti in salvo che sono stati soccorsi dalla motonave Rimona e poi trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera.

 

I quattro extracomunitari sono sbarcati a Lampedusa. Il barchino su cui viaggiavano si sarebbe capovolto a causa di un'onda. Si tratta, nello specifico, di due uomini, una donna e un minore non accompagnato i superstiti del naufragio. I quattro si trovano adesso nell'hotspot di Contrada Imbriacola assistiti dalla Croce Rossa italiana. Provengono dalla Guinea e dalla Costa d'Avorio. Ancora da confermare il racconto del naufragio.

 

Ad oggi, gli sbarchi sono oltre 93mila. Un numero oggettivamente molto elevato, soprattutto se paragonato a quelli dello scorso anno (44mila) e di due anni fa (31mila). Un'emergenza, umanitaria, economica e sociale, nella il nostro Paese è letteralmente abbandonato da Bruxelles. Sia per quanto riguarda la redistribuzione degli immigrati, che sulle politiche da mettere in campo per bloccare gli sbarchi. "Questa ennesima tragedia ci conferma la necessità di cambiare radicalmente le politiche comunitarie sui flussi migratori - ha sottolineato  l'europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi - In questo senso le elezioni europee del prossimo anno saranno decisive, perché soltanto una chiara e coesa maggioranza di centrodestra potrà attuare questo cambiamento".
 

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