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Migranti, l'ipocrisia della Francia: critica l'Italia ma chiude le frontiere e respinge tutti

Gianni Di Capua
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«Vietato Passare - La sfida quotidiana delle persone in transito respinte e bloccate alla frontiera franco-italiana» è il titolo del nuovo rapporto pubblicato da Medici Senza Frontiere (MSF) sulle condizioni di centinaia di persone migranti in transito nella città di Ventimiglia, che cercano ogni giorno di attraversare il confine italo-francese e raggiungere altri Paesi europei. Tra loro uomini, donne e bambini sistematicamente respinti dalla polizia francese - talvolta con violenza, trattamenti inumani e privazione temporanea della libertà personale - e lasciati senza un’adeguata assistenza. La denuncia è forte: i profughi verrebbero messi in container fino a 15 ore senza acqua e cibo in attesa di riavere i documenti. Insomma i francesi che ci fanno la predica per come accogliamo i migranti poi si comportano in maniera indecorosa, chiudendo le frontiere con respingimenti sistematici. Tra i 320 pazienti visitati da MSF tra febbraio e giugno 2023 durante le proprie attività di clinica mobile e le 684 persone in transito che hanno partecipato ad attività di promozione della salute e orientamento ai servizi socio-sanitari, il 79,8% ha dichiarato di aver tentato più di una volta di raggiungere la Francia e di essere stato respinto. Persone che dopo aver lasciato il loro Paese di origine per sfuggire a violenze, morte, soprusi e povertà e dopo aver affrontato viaggi estremamente pericolosi, si ritrovano nuovamente esposte a violenze, umiliazioni e abusi nel cuore dell’Unione Europea.

 

 

«Vediamo persone estremamente vulnerabili che vengono respinte dalla polizia francese in maniera indiscriminata, senza che le loro specifiche condizioni individuali vengano adeguatamente valutate, per poi ritrovarsi sul territorio italiano senza un’adeguata assistenza da parte delle istituzioni» dichiara Sergio Di Dato, coordinatore del progetto di MSF a Ventimiglia. Molte delle persone in transito incontrate e assistite da MSF, hanno raccontato di violazioni da parte delle autorità francesi durante le procedure di notifica del refus d’entré (rifiuto d’ingresso), menzionando ad esempio trascrizioni imprecise dei dati personali, la fornitura imparziale o insufficiente di informazioni da parte delle autorità o l’assenza di mediatori interculturali. I respingimenti da parte della polizia transalpina sono aumentati del 30 per cento nel periodo compreso dal primo gennaio al 15 giugno 2023. Si tratta di una media di circa 80 persone al giorno costrette a tornare indietro, tra loro sempre più minori non accompagnati che invece dovrebbero essere posti sotto tutela.

 

 

Ventimiglia, spiega Msf, si è trasformata «in un luogo dove le persone in transito verso la Francia o altri Paesi europei restano bloccate al confine per giorni, settimane e mesi e dove individuare soluzioni strutturate per la loro tutela sembra essere sempre più complicato. Nonostante questo, l’afflusso dei migranti a Ventimiglia non è diminuito, le persone continuano ad arrivare e tentano incessantemente di oltrepassare la frontiera per raggiungere altri Paesi europei e perseguire il loro progetto migratorio». La decisione francese del 2015 di ripristinare i controlli alle frontiere interne ha determinato un inasprimento degli accertamenti sui cittadini provenienti da Paesi terzi e un incremento del numero di riammissioni verso l’Italia dei migranti in transito intercettati sul territorio francese.

 

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