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Reddito di cittadinanza, sparito il sussidio restano i furbetti: blitz a Milano

Edoardo Romagnoli
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Se l’era del reddito di cittadinanza è finita il tempo dei furbetti non è ancora scaduto. L’ultimo caso in ordine cronologico arriva da Milano dove la Guardia di Finanza ha scovato 39 percettori illeciti. Per un danno accertato per le casse dello Stato pari a 456mila euro. Tutto è iniziato da alcuni controlli in aeroporto del Gruppo Linate da cui è emerso come numerosi passeggeri, tutti percettori del reddito di cittadinanza, venivano trovati in possesso di ingenti somme di denaro contante di cui non erano in grado di giustificare la provenienza. Dopo ulteriori verifiche, delegate dalla Procura della Repubblica di Milano, è stato accertato che alcuni di loro risultavano proprietari di immobili, dati in affitto, altri avevano delle attività imprenditoriali o utilizzavano beni intestati a defunti. L’intervento ha permesso di verificare l’irregolarità delle domande presentate anche attraverso l’utilizzo di dichiarazioni e documenti falsi. Così è scattata l’immediata revoca della misura di sostegno che ha evitato l’erogazione da parte dell’Inps di altri 120mila euro.

 

 

Secondo il ministro del Lavoro Marina Calderone nell’informativa in Aula al Senato sul reddito di cittadinanza «dal 2019 al 2023 sono stati oltre 35mila i percettori irregolari, o con necessità di essere regolarizzati». Non solo. Dai controlli della Guardia di Finanza, effettuati dall’inizio dell’erogazione della misura di sostegno fino al primo semestre del 2023, «risultano contributi indebitamente percepiti e indebitamente richiesti per un ammontare di 506 milioni». Numeri che però non placano le proteste sulla sospensione, annunciata da tempo, del reddito di cittadinanza per 169mila percettori. Giuseppe Conte è tornato a polemizzare con il governo dalle sue pagine social: "Probabilmente l’sms era scritto in un modo che non ha dato una rassicurazione e a qualcuno ha creato delle tensioni". Così si è finalmente espressa la ministra del lavoro Marina Calderone. Ammette quel che è chiaro a tutti e che il Governo fingeva fino a ieri di ignorare: a seminare il panico fra i cittadini sono state oltre alle scelte del Governo anche i grossolani errori di comunicazione a persone che sono in condizione di grave difficoltà. In realtà, il messaggio è stato falso e fuorviante. Ieri abbiamo invitato il Governo a inviare alle 169mila famiglie disperate un nuovo sms di scuse. Oggi, alla luce di questa disarmante ammissione, diciamo alla Ministra Calderone di rimandare subito a casa la Commissaria dell’Inps Gelera, che è stata scelta e piazzata in fretta e furia alla guida dell’Ente da Meloni e soci».

 

 

Polemica a cui ha risposto Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, che ha suggerito a Conte di «leggere l’indagine di questa mattina del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano che ha portato alla scoperta 39 furbetti del reddito di cittadinanza di origine nordafricana. Se anche nella ricca Milano il sussidio è stato uno strumento di truffa ai danni dello Stato, io se fossi in Conte mi porrei qualche domanda invece di continuare ad evocare una guerra dei poveri contro lo Stato». Scontro su cui è intervenuta Licia Ronzulli, capogruppo al Senato di Forza Italia, che ha sottolineato come «quello che sta accadendo in queste ore è particolarmente grave perché i leader dei più importanti partiti di opposizione soffiano sul fuoco del malessere fomentando lo scontro sociale». Ma se questo atteggiamento in fondo «non stupisce da parte del Movimento 5 Stelle», ha ricordato Ronzulli, «fa specie che arrivi dal Pd». Perché? Semplice, il Partito democratico nel 2018, anno in cui è stata varata la misura, votò contro. Voto che veniva motivato sostenendo come il Rdc avrebbe «aumentato il lavoro nero», avrebbe «disincentivato i più giovani a cercare un lavoro», che «unificare sotto lo stesso strumento il destino di chi era occupabile con chi non lo era sarebbe stato un errore grave» e che «le maglie troppo larghe dei controlli avrebbero favorito truffe e raggiri». A quattro anni di distanza queste previsioni sembrano essersi trasformate in profezie. Peccato che nel frattempo l’idea dei dem sul reddito sia cambiata radicalmente e da scettici siano diventati strenui difensori.

 

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