Meteo, lo psichiatra suona l'allarme per le conseguenze climatiche: “Panico e stato di allerta”
«Gli alberi volati via come pagliuzze, come nella favola del lupo che soffia sulla casa dei tre porcellini e la distrugge». E poi le auto sotto la grandine, e «le abitazioni esposte» alla furia di quello che «non è più un temporale estivo, ma può diventare uragano. Milano ha avuto paura, io ho avuto paura», confessa all’Adnkronos Salute lo psichiatra Claudio Mencacci, direttore emerito di Neuroscienze all’Asst Fatebenefratelli-Sacco e co presidente Sinpf (Società italiana di neuropsicofarmacologia), mentre la «città ferita» chiude i suoi parchi, contando le ore che la separano dal «ciclone» annunciato dai meteorologi nella giornata di oggi. Uno stato d’allerta costante, ragiona l’esperto, probabilmente destinato in futuro ad aumentare le situazioni di disagio psicologico. «Abbiamo sperimentato quello che è il totale ridimensionamento della capacità di controllo, dell’idea che ci si può salvaguardare», analizza Mencacci.
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«Ci siamo sentiti esposti e vulnerabili» pur nella natura addomesticata di una metropoli, in balia degli eventi dentro a «un ambiente che non viene più vissuto come un luogo di sicurezza, ma diventa un luogo che da un momento all’altro può cambiare e farci male. Le persone hanno sentito il pericolo di questa potenza fuori controllo». E se «gli effetti acuti sulla psiche sono il panico, il senso fortissimo di fragilità, le ripercussioni di uno stato di allerta prolungato - elenca lo specialista - molte delle conseguenze le vedremo nel tempo. Perché quando le persone sono così spaventate tendono a rinchiudersi, a uscire sempre di meno, perché adesso anche gli alberi fanno paura. E dietro le porte», come ci ha insegnato anche la pandemia di Covid, «cresce il disagio».
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