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Dossieraggio su politici e vip, Crosetto fa esplodere il caso: c'è un indagato

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Una raccolta di informazioni personali di almeno cento tra politici e personaggi famosi e meno noti in vari ambiti e delle istituzioni, una possibile attività di dossieraggio e ricatti. Su questo indaga la Procura di Perugia di Raffaele Cantone a partire da una denuncia del ministro della Difesa, Guido Crosetto. Un ufficiale della Guardia di finanza è indagato per accesso abusivo a sistemi informatici sulla scia di una "incontrollata moltitudine di accessi alla banca dati delle Sos — le segnalazioni di operazioni sospette che partono dalle banche e finiscono agli inquirenti", il tutto all’interno della Direzione nazionale antimafia, spiega il Corriere della sera.  Il fascicolo è a Perugia in quanto, in via ipotetica e in qualsiasi possibile veste, potrebbe riguardare magistrati in servizio a Roma dove ha sede la Dna. 

Il tutto parte da un articolo del Domani che citava gli introiti per consulenze di Crosetto prima di diventare ministro per ddenunciare un possibile conflitto di interessi. Negato da Crosetto, che ha annunciato querele ma ha anche "presentato un esposto alla Procura di Roma. I primi accertamenti sulla fonte delle informazioni pubblicate, delegati alla Guardia di finanza, hanno svelato che sulle attività economiche di Crosetto era stato svolto un accesso dal finanziere in servizio presso l’articolazione della Dna dove si raccolgono le Sos", ossia le segnalazioni per operazioni sospette che partono dalle banche per movimenti anomali. 

Da queste indagini è emerso che lo stesso ufficiale Gdf aveva effettuato oltre un centinaio di accessi per avere informazioni su personaggi noti o considerati "sensibili" per ruolo svolto. L'uomo è stato interrogato (ci soni state anche perquisizioni) e si è giustificato dicendo che si trattava di una pratica abituale, queella di accertare del segnalazioni arrivate alla Banca d'Italia. Tuttavia le "prime indagini hanno chiarito che tutta la mole di informazioni a cui ha avuto accesso quell’ufficiale, e chissà chi altri, non erano motivate da richieste delle singole Procure distrettuali che normalmente chiedono supporto alla Dna, né sfociavano in atti d’impulso dalla Dna verso quelle stesse Procure". Insomma, il sospetto degli inquirenti è che si tratti di una raccolta di dati riservati che potrebbe essere strumentale ad attività di dossieeraggio. 

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