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Bodycam ai poliziotti con software cinese, si muovono servizi e Copasir

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Luca De Lellis
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Quando la Cina entra nelle faccende italiane c’è sempre da stare attenti. E sollevare le antenne. In questo caso lo ha fatto il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir). Ma di cosa si tratta? Nei giorni scorsi, sono giunte in Italia delle bodycam destinate ai poliziotti del nostro Paese provenienti proprio da Pechino, nell'ambito di una sperimentazione delle forze dell’ordine che coinvolge queste telecamere indossabili che, montate sulla divisa, consentono di riprendere tutto ciò che accade di fronte ed intorno al soggetto che le sta utilizzando. Il retroscena porta la firma di Francesco Verderami sul Corriere della Sera, che racconta di “un’operazione pilota fatta con una dozzina di apparecchiature, che serve a vagliare le funzionalità del sistema prima di assumere una decisione”. Ad accendere un faro una nota dei servizi segreti italiani. 

 

Da cosa nasce il campanellino d’allarme dell’intelligence italiana? Dal fatto che le suddette bodycam provengono dalla Cina e, per funzionare, come scritto sul report redatto dal Copasir, hanno bisogno “di un software esterno per la gestione dei dati”. Persino il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è attivato su questo fronte per saperne di più, chiedendo subito ulteriori dettagli al Dipartimento di pubblica sicurezza. Il quotidiano spiega che Piantedosi “è consapevole di quanto sia serrata la competizione tecnologica su scala internazionale in questo settore”. Di conseguenza, nonostante le rassicurazioni ricevute, si sarebbe premurato di ricordare ai suoi collaboratori la linea prioritaria: instaurare rapporti con l’Occidente, e non con Pechino.

 

E, sebbene il giornalista riferisca quanto “tutto si sia svolto nella più assoluta correttezza”, dato che la “strumentazione è stata acquisita dopo una gara avvenuta nel 2020, ai tempi del governo giallorosso di Giuseppe Conte”. E che “a vincerla è stato un consorzio di aziende di cui è capofila la Accenture, multinazionale che opera nel settore della consulenza strategica e dell’esternalizzazione”, il tasto della preoccupazione rimane “on”. Tanto che l’intelligence, nel report, suggerisce nel futuro di “scegliere telecamere di provenienza europea o americana”, in modo da garantire “maggiore sicurezza”.

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