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Toscana, cosa vietano alla neo-mamma: follia del politicamente corretto in ospedale

Christian Campigli
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Prendere un concetto, tendenzialmente giusto, condivisibile, persino auspicabile. E trasformarlo nel delirio del politicamente corretto, in una folle imposizione dall'alto, in un diktat assurdo.Tipico di un modello sovietico, che, evidentemente, in Toscana riesce ancora a trovare (incredibilmente) un suo seguito. Siamo a Massa. Una donna ha appena partorito. Quando torna in stanza, stremata dalla stanchezza, ma felice, scopre che uno dei regali ricevuti da un'amica è vietato dalla direzione del nosocomio. Un peluche che rappresenta un mostro, un gioco a forma di arma o un vessillo che ricorda il Ventennio? Macché, un banale fiocco azzurro con il biberon. Il motivo? L’allattamento al seno di cui si fa promotore il Noa. “L’ospedale di Massa si è accreditato come ospedale Unicef Amico dei bambini, anche per i materiali destinati a essere esposti nei locali dei reparti esistono delle precise linee di condotta, che prevedono anche la raccomandazione a veicolare messaggi che siano coerenti con le indicazioni Unicef".

 

Una vicenda, quella riportata dal quotidiano locale Il Tirreno, che ha dell'incredibile. Da quando raccomandazione è diventato sinonimo di imposizione? Per altro, in un ospedale pubblico, pagato cioè con i soldi delle tasse dei cittadini italiani. L'oggetto incriminato altro non era che un fiocco per la nascita composto da un nastro di tulle azzurro, da un piccolo cavalluccio a dondolo di legno dipinto a mano con un bambino che dorme e accanto una palla e un micro biberon col ciucciotto giallo. “Non volevo crederci, ero sfinita, questo secondo parto è stato pesante - ha raccontato la neo mamma - Eppure lo hanno ripetuto anche al mio compagno. Lui voleva ribattere ma io, davvero, ero troppo stanca. Ho detto: togliamolo e basta".

 

Le scuse dell'Asl sono sembrate tardive e, soprattutto di facciata. Perché nella nota non si ammette la follia dell'imposizione ma si porgono le scuse "se i modi adottati nel farlo presente agli utenti sono stati percepiti come troppo rigorosi o zelanti”. Come dire, noi abbiamo ragione, ma se proprio vi lamentate, vi chiederemo scusa. Il ribaltamento assoluto della realtà. "Un semplice dono, un'innocente testimonianza di affetto non può e non deve essere vietato per eccesso di zelo dal pur ottimo personale ospedaliero - ha sottolineato l'eurodeputato della Lega, Susanna Ceccardi - La nascita di un bambino è un evento talmente prezioso e importante che dovrebbe far passare in secondo piano qualsiasi regolamento, anche quando questo si ispira a principi generalmente condivisibili. Sono mamma, ho allattato al seno fin quando mi è stato possibile ma questa per le donne deve essere sempre una libera scelta e non un'imposizione".

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