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Andrea Purgatori, pronta la battaglia giudiziaria a colpi di perizie
È stato affidato ieri mattina all’istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo di Andrea Purgatori da parte dei magistrati che indagano per omicidio colposo. Per chiarire le cause del decesso del giornalista, avvenuto mercoledì scorso, i pm hanno messo nero su bianco in due pagine di verbale di consulenza tecnica i quesiti ai quali gli esperti dovranno dare delle risposte. Nel documento, tra l’altro, è stato stabilito che l’esame autoptico venga eseguito mercoledì, mentre il giorno precedente venga effettuato l’esame di una tac total body. Se poi sarà necessario potrebbe essere chiesta un’ulteriore consulenza.
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Intanto sul registro degli indagati la procura ha iscritto i primi nomi: si tratta del professor Gianfranco Gualdi e di un suo collaboratore, il dottor Claudio Di Biasi. In una clinica privata, secondo quanto denunciato dai familiari di Purgatori, sarebbe stata effettuata una diagnosi errata sul parente, cioè un tumore ai polmoni con metastasi al cervello. Nell’esposto depositato a piazzale Clodio nei giorni scorsi, i familiari hanno infatti chiesto che venga fatta luce sulla «correttezza della diagnosi refertata al giornalista e delle cure apportate». «Rispettiamo il dolore della famiglia e rimaniamo in silenzio sicuri che gli accertamenti dimostreranno la correttezza dell’operato del professor Gualdi e del dott Di Biasi», ha dichiarato l’avvocato Fabio Lattanzi, difensore dei due medici indagati nel procedimento relativo alla morte di Purgatori.
Nel verbale di conferimento dell’incarico i magistrati Giorgio Orano e Sergio Colaiocco, hanno chiesto agli esperti di specificare «se la morte sia da porre in nesso di causalità con i comportamenti del personale sanitario tali da configurare gli estremi della colpa - si legge nelle carte della procura - in tal caso, dicano quali siano gli atti di imprudenza e a chi siano addebitabili. Nell’ipotesi dell’imperizia dicano se siano state rispettate le raccomandazioni indicate nelle linee guida». Non solo. I magistrati hanno anche chiesto ai consulenti di capire «se la condotta del sanitario sia stata adeguata e non vi sia stato alcun errore di esecuzione nella concreta pratica sanitaria: dove emerga la sussistenza di imperzia penalmente rilevante specifichino a quale soggetto sia ascrivibile». Sono tre i consulenti nominata dalla procura, due invece quelli dalla difesa e uno dai familiari del giornalista. Si annuncia una vera e propria battaglia giudiziaria a colpi di perizie tra accusa e difesa.