Meteo, "Colpa del cambiamento climatico": Giuliacci spiega perché il caldo aumenta
Il caldo sta mettendo alle strette tanto gli italiani quanto i turisti che hanno scelto l'Italia come meta estiva. Non si fa che parlare di una fiammata fuori dal comune, dovuta all'intensità dell'anticiclone africano, ma pochi conoscono il reale motivo di questi picchi di temperature. Il colonnello Mario Giuliacci, attraverso un'accurata analisi, spiega il motivo di quella che può essere considerata a tutti gli effetti un'anomalia climatica.
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Per comprendere la cause di un tempo che sembra impazzito e che spacca la penisola italiana a metà, bisogna prima sapere che cos'è un'ondata di caldo. A chiarirlo è il meteorologo Mario Giuliacci sul sito meteogiuliacci.it. "Un' ondata di caldo, o fase di caldo estremo, è un periodo di tempo soleggiato, caldo in modo anomalo e in genere accompagnato da elevata umidità e venti molto deboli. L’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) definisce un'ondata di caldo una situazione meteo durante la quale temperatura massima giornaliera per più di cinque giorni consecutivi supera la temperatura massima media di +5 gradi, dove il valore normale di riferimento è quello medio del trentennio precedente a quello in cui ci si trova", scrive l'esperto.
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Quindi continua: "Le ondate di calore sono diventate più frequenti e sulla terraferma più intense, quasi ovunque dagli anni Cinquanta, a causa del cambiamento climatico". Stando alle parole di Giuliacci, è tutta colpa dei ghiacci polari. La fusione sempre più rapida dei ghiacci polari e il ridotto innevamento dell’area polare russo-siberiana causerebbe dei fenomeni violenti, di grande intensità. "La diminuita differenza di temperatura tra Polo ed Equatore ha provocato a sua volta una minore differenza nella pressione atmosferica tra la bassa pressione esistente a tutte le quote sul circolo polare e l’alta pressione presente per tutto l’anno sulla verticale della fascia subtropicale", si legge sul sito.
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In che modo lo scioglimento dei ghiacci scatena il caldo? "Tale spinta genera le correnti occidentali a tutte le quote e a tutte le latitudini. Pertanto, come in una reazione a cascata, il minore dislivello di pressione tra Polo ed equatore ha ridotto la spinta che tale dislivello imprime alle correnti occidentali, le quali sono diventate più deboli rispetto al passato, talvolta fino talvolta ad annullarsi", afferma il colonnello. Quindi conclude: "Più le correnti occidentali sono deboli tanto più tendono ad ndularsi nel verso dei meridiani. Queste onde diventano molto allungate verso nord sotto forma di grandi strutture bariche della circolazione atmosferica, come appunto l’anticiclone Nordafricano".